«Una domenica fanno un picnic sul ciglio di una scarpata, vicino a un bosco. Il ricordo di essere in mezzo a loro, in un nido di voci e di carne, di continue risate. Sulla strada del ritorno veniamo sorpresi da un bombardamento, io sono sulla canna della bicicletta di mio padre e lei scende lungo il pendio davanti a noi, la schiena dritta sul sellino affondato tra le natiche. Ho paura delle granate e che lei muoia. Credo che fossimo entrambi innamorati di mia madre.»

Il giorno dopo la morte della propria madre, la scrittrice francese scrive l’incipit di questo libro: subito Annie Ernaux mette nero su bianco attraverso la scrittura, il lutto inarrivabile che l’ha travolta. Dal fatto doloroso l’autrice ripercorre così la vita della propria madre attraverso una scrittura sussurrata e discreta, per regalare ai lettori un evento personale che si traduce in dolore universale. La storia della madre di Annie è infatti anche la storia di una donna del novecento che cerca e afferma la propria identità risollevandosi dalle macerie belliche, dall’esperienza lavorativa contadina fino a quella di commerciante, dove la donna, la moglie e la madre si coniugano in una donna al fianco della figlia. Abilmente nel romanzo il rapporto madre-figlia viene sottolineato in ogni sua sfaccettatura spesso ambivalente: l’affetto e il conflitto, l’ancora col passato e la proiezione del futuro. La scrittura in questa opera è lo strumento e la materia stessa con cui Ernaux cerca di dare un’altra vita alla madre per tenerla in qualche modo legata al presente.

La scrittura diviene quindi nel ricordo e nei sentimenti luogo di ritrovo in cui solo il corpo è distante.

Particolarmente toccanti e emozionanti sono le pagine dedicate alla malattia della madre dove pagina dopo pagina la presenza materna svanisce rapidamente dando origine all’urgenza di scrivere per poterla ancora ritrovare nelle parole.

Un testo che con discrezione entra nelle corde più intime della scrittrice e del lettore, riuscendo a trovarsi nelle terre del vissuto e delle emozioni profonde che la scrittura riesce a far emergere con potenza.

Non ho detto a nessuno che sto scrivendo su mia madre. Ma non sto scrivendo su di lei, piuttosto ho l’impressione di vivere assieme a lei in un tempo, in luoghi, in cui è ancora viva.”

(In collaborazione con Libreria “La Vela”)

L’autrice: Annie Ernaux

Annie Ernaux (Lillebone, 1940) ha trascorso l’adolescenza in Normandia: il legame con i luoghi d’origine e le differenze di classe sono temi ricorrenti nelle opere. Lungo i suoi romanzi ha tracciato una propria biografia personale con un linguaggio puro e essenziale, oggettivo, privato di ogni elemento romanzesco.

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ultimo aggiornamento: 19-05-2018


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