Una frase, un rigo appena (Manuel Puig, Sur Editore, 2018)

“ A lui piacciono molto i drammi. A me non tanto, ci pensa già la vita, no?”

Argentina, anni trenta. Il giovane e affascinante Juan Carlos, Don Giovanni impenitente, amoreggia con numerose donne, tra cui Antonia, Mabel e Nenè. Nel 1947 il giovane muore in un sanatorio, lasciando le sue relazioni e le sue esperienze libere di essere raccontate e intrecciate nella rete di chi lo ha conosciuto.
Il romanzo, narrato con grande ironia, è una specchio originale su sentimenti e passioni che animano i personaggi. Il protagonista viene tratteggiato grazie alle molteplicità di voci narranti e di stili che ne ricordano l’esistenza.
Ciò che rende l’opera assolutamente imperdibile è di certo l’organizzazione e l’utilizzo degli espedienti narrativi. Infatti il romanzo e la trama sono resi dall’insieme organico di vari stralci di racconto: articoli di giornali, lettere, biglietti, certificati di morte e di nascita, fotoromanzi , foto e introspezioni personali. Sono proprio questi mezzi che rendono letterarie e narrabili le ordinarie storie dei protagonisti.
Il puzzle che si viene così a creare risulta lo strumento avvincente per attirare l’attenzione del lettore sulle vicende quotidiane dei personaggi che si alternano nella storia.

La geniale creatività di proporre vari stilemi narrativi dona all’opera freschezza e innovazione e, al tempo stesso, una visione puntiforme di quanto raccontato che attinge, con grande intelligenza, all’esperienza dei drammi radiofonici e televisivi. “Una frase, un rigo appena” è soprattutto un piacevole gioco letterario dove i contrasti e le peculiarità dell’Argentina anni ’30 emergono in modo dirompente: brevi frasi sanno racchiudere in modo efficace e toccante sentimenti e vissuti che dalla provincia Argentina si traducono in messaggi universali
Il tango fa da filo conduttore all’intera opera: ogni capitolo è introdotto da un verso di tango che anticipa o sintetizza le vicende che si stanno per mettere in scena.
Commozione e divertimento allettano così una storia che resta nella memoria per la trama e per l’originale impianto narrativo che somiglia un po’ all’esistenza di ciascuno dove righe di eleganti calligrafie si alternano a righe sbiadite, scarabocchiate, cancellate.
Pubblicato nel 1969, viene riproposto da Sur editore in un’accurata traduzione dell’ispanista Angelo Morino.

L’autore: Manuel Puig

Manuel Puig (1932-1990), nato in Argentina, ha vissuto a lungo in Europa lavorando soprattutto al centro di cinematografia sperimentale di Roma come aiuto regista e sceneggiatore: si è dedicato poi completamente alla scrittura con romanzi, piece teatrali e racconti. Dal suo romanzo “Il bacio della donna ragno” è stato tratto l’omonimo film che ha valso l’Oscar e la palma d’oro a Cannes al protagonista William Hurt.

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ultimo aggiornamento: 27-05-2018


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