Fosso Farabola, iniziano le operazioni di rimozione delle alghe. Consorzio e Comune studiano una convenzione, per rendere strutturata la collaborazione tra gli Enti

Piena collaborazione tra Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord e Comune di Viareggio per la soluzione del problema delle alghe nel Fosso Farabola. Gli Enti di comune accordo intendono procedere quanto prima alla stipula di una convenzione simile a quella già esistente per la Fossa dell’Abate, che stabilisca, attraverso un chiaro protocollo, gli impegni e le azioni spettanti a ciascuno. La convenzione consentirebbe di accorciare non poco i tempi di attivazione in caso di presenza di alghe anche nella Farabola: fenomeno, questo, che rischia di non essere più sporadico, ma di ripetersi nel corso delle stagioni estive.

Intanto, di fronte alla situazione attualmente in corso, il Comune ha accettato la soluzione proposta ieri dal Consorzio: l’Ente consortile infatti, nonostante la sua competenza sia attinente unicamente alla sicurezza idraulica, aveva infatti offerto piena disponibilità ad attivarsi all’Amministrazione comunale, all’Arpat e all’USL. Stamani, dopo aver avuto il via libera dal Comune, il personale del Consorzio si è quindi attivato: ha provveduto a concentrare le alghe, per tentare di rimuoverle.

“Queste operazioni di movimentazioni delle acque si possono fare solo con la bassa marea, quando il mare si ritira e attira le alghe verso di sé – spiega il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi – Per poche ore le alghe si addossano alla barriera galleggiante, che i nostri operai hanno posizionato a maggio per evitare che il materiale vegetale finisca sulle spiagge ed in mare; così concentrate, le alghe diventano gestibili, anche se la rimozione (vista la loro piccolissima dimensione) viene fatta con una fittissima rete, simile a una zanzariera”.

Una delle soluzioni prospettate dai tecnici, infatti, pare quindi funzionare e sfrutta il movimento naturale di risucchio della bassa marea senza far entrare acqua di mare, come farebbe invece l’alta marea. L’effetto spinta dell’alta marea (con annessa apertura della cateratta), che velocizzerebbe molto le operazioni, è un’ipotesi tutt’ora al vaglio dell’ARPAT che sta compiendo una campagna di analisi mirate a fugare ogni dubbio ambientale sull’intrusione di acqua salata.

“Procediamo in questo modo in accordo con il Comune, facendo tutto il possibile nei limiti del poco tempo concesso dalla bassa marea – conclude Ridolfi – e siamo ovviamente pronti a operare più efficacemente sfruttando le correnti marine, non appena l’ARPAT avrà chiarito ogni dubbio a riguardo”.

“Esprimiamo soddisfazione per l’impegno che, insieme, siamo riusciti ad attivare per la sicurezza ambientale del Fosso Farabola – commenta l’assessore all’ambiente di Viareggio, Federico Pierucci – L’obiettivo è adesso quello di redigere e sottoscrivere una convenzione, che possa rendere continuativa e strutturata la sinergia per il Fosso Farabola, così come già accade per la Fossa dell’Abate: in cui siano chiare, e diventino quindi più efficaci, le azioni che ogni Ente provvederà a porre in essere, ogni volta che si dovessero presentare situazioni simili a quella attuale”.

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