Apicoltura più semplice e tutelata in Toscana. Buona notizie per gli apicoltori della lucchesia. Approvato dal Consiglio Regionale della Toscana l la nuova legge per l’apicoltura toscana che modifica la normativa del 2009 ridefinendo l’esercizio, la tutela e la valorizzazione del settore. Le modifiche hanno interessato alcuni dei capisaldi dell’impianto normativo e che sono andate nella direzione di semplificare le procedure amministrative per chi intende iniziare l’attività ma anche per chi già la porta avanti, delimitare la soglia di autoconsumo con un limite massimo di 10 arnie, garantire una maggiore tutela delle api e degli insetti pronubi, la cui presenza è fondamentale per l’equilibrio dell’ecosistema, rivedendo anche la norma relativa al divieto di utilizzo di prodotti fitosanitari che possano essere dannosi nei periodi di fioritura. Basti pensare che 3 colture su 4 dipendono all’operoso lavoro delle api per effetto dell’impollinazione. Per Coldiretti le modifiche vanno nella direzione di migliorare dal punto di vista amministrativo la “vita” degli apicoltori e la “vita” delle api che hanno un ruolo fondamentale nell’equilibrio dell’ambiente e della biodiversità. “Nella nostra provincia – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – l’apicoltura è un settore strategico anche a livello commerciale. Negli ultimi anni il settore ha faticato molto a causa della siccità e dell’inquinamento e gli effetti sulla produzione sono stati evidenti con crolli anche del 50%. Il quadro è decisamente migliore rispetto alle ultime annate. Ecco perché è importante, anche alla luce di queste difficoltà, acquistare miele locale e italiano. Il primo sostegno arriva da noi nelle scelte alimentari”. Con la modifica della legge regionale 27 aprile 2009, n.21 (Norme per l’esercizio, la tutela e la valorizzazione dell’apicoltura) si recepisce nell’ordinamento regionale le recenti novità in materia di apicoltura, introdotte a livello legislativo nazionale con la legge 154 del 28 luglio 2016, volte alla semplificazione e alla razionalizzazione del settore.
“Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità – consiglia Maurizio Fantini, Direttore Coldiretti Lucca – occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. La parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua il Direttore – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”. Invitiamo gli appassionati di questo salutare alimento – conclude Fantini – a visitare i nostri mercati Campagna Amica trovando luoghi ed orari sul sito www.campagnamica.it”.

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