Nuova lettere a Rete Ferroviaria Italiana e al ministro dei Trasporti da parte dei familiari delle 32 vittime della strage di Viareggio del 29 giugno 2009 di Viareggio, dopo quella inviata nel novembre 2017, in cui chiedevano informazioni ed interventi sul trasporto ferroviario di merci pericolose, non hanno ricevuto risposte.
“In particolare, nonostante gli anni trascorsi dal disastro ferroviario di Viareggio – scrivono -, le indagini e gli accertamenti svolti nel procedimento penale dinnanzi al tribunale di Lucca, gli interventi di Ansf, ad oggi, nessuna risposta, nessun chiarimento, riguardo i livelli di sicurezza del trasporto ferroviario, ed in particolare di quello di merci pericoloso, è pervenuto alla nostra associazione, Il Mondo che vorrei”. Da qui la nuova richiesta perché sia predisposto, “ed applicato concretamente, un piano di valutazione dei rischi, che tenga conto dell’attraversamento di convogli trasportanti merci pericolose, infiammabili, in stazione e in tratti di territorio densamente popolati – si legge nella lettera -, con possibilità di deragliamento e urto dei vagoni e cisterne, nonché un adeguato sistema di tracciabilità delle manutenzioni dei convogli e dei componenti rotabili in generale (ruote, assi, sale montate, sistemi di frenata, locomotori)”.
I familiari delle vittime di Viareggio concludono chiedendo che venga predisposto un protocollo di intese, “con i Comuni e i loro uffici di Protezione civile, vigili del fuoco, forze dell’ordine, 118, ed associazioni di soccorso, che preveda la conoscenza del materiale pericoloso e non, trasportato dai convogli, oltre a norme di comportamento e di evacuazione in caso di deragliamento e sversamento di qualunque sostanza pericolosa”.

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