La danza dei veleni (P. Rinaldi, ed. E/O, 2019)

Non mi faccio capace che l’odore del tradimento arrivi prima di lui, ma con me fa così: somiglia ai vapori dello zucchero fermentato, che salgono e poi continuano fino al cervello. L’infedeltà si dice in anticipo, è un rumore di foglie che si staccano e se ne vanno prima che l’albero sia svestito dal vento.”

“La danza dei veleni” segna il grande ritorno di Blanca, l’ispettrice ipovedente di Polizia che opera a Napoli e dintorni. Un personaggio già noto al grande pubblico per i precedenti romanzi che ne raccontano la storia e che hanno contribuito a costruire un personaggio unico e amato dal pubblico.

L’indagine che anima l’ultimo lavoro di Patrizia Rinaldi è costruita su due fronti: la misteriosa morte di una donna a causa del morso di un ragno e il traffico clandestino di animali.

Nelle varie fasi investigative Blanca insieme al commissario Martusciello, all’agente scelto Carità, Liguori e Micheli, si addentra in un mondo apparentemente misterioso, sfuggente animato da personaggi senza scrupoli in cui l’istinto e l’umanità della protagonista sono gli ingredienti per la comprensione e la risoluzione del caso.

La narrazione procede con un ritmo molto coinvolgente grazie allo stile che Patrizia Rinaldi applica nelle varie sequenze: la suspance investigativa si intreccia con la fine ironia che aleggia con maestria nelle varie pagine, gli episodi più avvincenti e acuti sono intercalati da monologhi profondi e meravigliosi in cui Blanca lascia liberi i propri pensieri, la propria intimità, i propri dubbi in sintonia col suo modo di essere e di stare al mondo che emerge nella storia.

Il tradimento, la fedeltà, il segreto, la verità, il coraggio, la ragione sono i titoli dei vari capitoli che racchiudono anche le tematiche con cui la protagonista si confronta.

Blanca è di sicuro la figura capace di tenere insieme le fila dell’indagine e delle storie che vi confluiscono: il suo carattere selvatico, autentico, splendidamente umano crea una forte empatia con il lettore. Blanca, come personaggio, riesce al tempo stesso a essere una donna unica eppure così vicina alle sensibilità femminili con tutte le ricchezze e le contraddizioni che la caratterizzano. Il lavoro, le passioni, le paure, i desideri, le amicizie, i colleghi, i legami familiari sono intrisi della sua personalità, delle sue scelte, della sua sensibilità. In particolare, dato che è ipovedente, è il modo di rapportarsi al mondo che colpisce: l’amplificazione di tutti sensi oltre la vista, la rendono particolarmente sensibile e capace di rielaborare le informazioni provenienti dall’esterno con una capacità particolare e acuta che caratterizza le persone non vedenti.

Ci sono temi importanti che emergono nel testo, come il traffico clandestino di animali e il trauma a seguito di una violenza sessuale subita. Quest’ultimo aspetto è narrato in modo chiaro, determinato e al tempo stesso delicato, mettendo in luce la sensazioni che accompagnano la vittima e l’opinione sociale nel momento dell’evento e negli anni successivi.

Con “La danza dei veleni” Blanca si conferma uno dei personaggi più interessanti e apprezzati del romanzo contemporaneo grazie alla scrittura profonda e solare, coraggiosa e umana di Patrizia Rinaldi, un libro che saprà entusiasmare i lettori che già conoscono Blanca ma anche chi si affaccia per la prima volta al suo splendido e intrigato mondo.

L’autrice

Patrizia Rinaldi vive e lavora a Napoli, laureata in filosofia, vanta numerosi riconoscimenti tra i quali il Premio Laura Orvieto per “Il giardino di Lontan Town” e il Premio Andersen per “La compagnia dei soli”. Collabora dal 2010 con l’istituto minorile di Nisida con progetti letterari. Per le edizioni E/O ha pubblicato “Blanca”, “Rosso caldo”, “Ma già prima di giugno”, “La figlia maschio”.

In collaborazione con Libreria “LaVela” di Viareggio. Foto del libro a cura di Patrizia Rinaldi.

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ultimo aggiornamento: 04-05-2019


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