Vittoria in  tribunale, questa mattina, per l’avvocato viareggino Davide Zappelli che ha ottenuto per la sua assistita il risarcimento dei danni, patrimoniali e morali,  rispettivamente quantificati in 836 e 7mila, oltre alle spese di giudizio, per la morte di un chihuahua,  azzannato da un pitbull.
“Anche il legislatore – scrive il giudice nella sentenza –  ha posto sempre più, negli ultimi anni, l’animale su un piano che trascende la sua mera essenza di oggetto, conferendogli tutele e riconoscimenti che delineano per l’animale uno statuto differenziato rispetto alla mera res oggetto di proprietà, improntato alla logica del rispetto dovuto ad un essere senziente e alla peculiare relazione con esso instaurata dall’uomo”. “È indubbio che, rispetto a dieci anni fa, si sia rafforzato nella visione della comunità il bisogno di tutela di un legame che è diventato più forte tra cane e padrone – aggiunge il magistrato – cosicché non possa considerarsi come futile la perdita dell’animale e, in determinate condizioni, quando il legame affettivo è particolarmente intenso così da far ritenere che la perdita vada a ledere la sfera emotivo-interiore del o dei padroni, il danno vada risarcito”
La storia di  “Gigi” e “Guaio” era infatti finita nelle aule giudiziarie.
Era la mattina del 17 agosto del 2016 e, come di consueto, il chihuahua Gigi veniva portato a sgambare, regolarmente al guinzaglio, lungo il viale XX settembre a Marina di Carrara, quando, all’improvviso, dall’altra parte della strada, compariva alle spalle un altro cane, di razza pitbull, chiamato Guaio, e di proprietà, che si avventava sul piccolo chihuahua mordendolo in più parti del corpo. Spaventata e in preda al panico, via via crescente, la proprietaria del cagnolino tentava di dividere i due cani, ma non vi riusciva. Interveniva allora una donna che, vista la scena, accostava la vettura di cui era alla guida e, una volta scesa dall’auto, e toltasi una scarpa, colpiva il pitbull fino a fargli lasciare la presa. Intanto, rimasto sul marciapiede dell’altro lato della strada, un uomo, risultato poi essere il custode del pitbull, indugiava e quasi sembrava volesse dileguarsi. Solo grazie all’intervento di un passante, anch’egli fermatosi per prestare soccorso alla vittima, chiamato a gran voce perché venisse a riprendersi il pitbull, il custode di Guaio attraversava la strada ed invitato dai due soccorritori ad attendere l’arrivo della polizia municipale, riprendeva la custodia dell’animale. Nel frattempo la proprietaria del canino si precipitava presso il proprio veterinario di fiducia, a Sarzana, ma, nonostante le cure e i tentativi di rianimazione, il cane moriva e veniva cremato ad Ortonovo.
La morte del piccolo chihuahua e la modalità dell’evento avevano provocato una forte patologia di tipo psicologico-depressivo alla proprietaria del cagnolino che avendo assistito direttamente al fatto aveva poi sviluppato forti sensi di colpa e aveva dovuto far ricorso anche all’uso di psicofarmaci, danni subiti anche dall’intero nucleo familiare perchè era venuto a mancare, oltre che l’usuale affetto dell’animale, il forte appoggio che Gigi forniva alla felicità della vita quotidiana.
Le vittime, secondo il giudice, hanno quindi subito, oltre a quello patrimoniale da responsabilità aquiliana, anche un danno non patrimoniale ex art. 2059 del codice civile.
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ultimo aggiornamento: 12-06-2019


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