Il telegiornale regionale della Toscana ha intervistato il presidente Enrico Rossi il giorno dopo l’approvazione da parte del Consiglio regionale della cosiddetta legge sui “diritti samaritani”, per garantire a tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, condizioni sociali o personali – come recita l’articolo 3 della Costituzione – la tutela sanitaria, una buona alimentazione e un ricovero: anche ai cinquemila a cui (solo in Toscana) il decreto Salvini sulla sicurezza rischia di togliere assistenza, producendo paradossalmente più insicurezza.

“Questa è una legge che protegge tutti. Protegge quindi i toscani e i non toscani gli immigrati e chi non è immigrato. Abbiamo stabilito che c’è una soglia di diritti elementari che devono essere garantiti a tutti e che la nostra società civile si impegna a garantire”. Cibo, cure e scuola per tutti, indipendentemente dalla provenienza geografica e dal colore della pelle, così il presidente Rossi chiarisce la filosofia della legge regionale sui “diritti samaritani” che prevede una copertura finanziaria di 4 milioni di euro.

“I finanziamenti che abbiamo stanziato consentiranno ai Comuni e alle associazioni di presentare progetti virtuosi atti ad evitare così quelle situazioni di degrado, di miseria e di povertà su cui spesso anche la criminalità specula. Una norma di buon senso – ha continuato – che risponde in pieno alla Costituzione. Tanto che prevede anche che i soggetti migranti che ne dovessero beneficiare siano chiamati a svolgere lavori socialmente utili per la comunità”. Un provvedimento che indica una strada diversa da quella intrapresa dal governo ma che non per questo vuole entrare in collisione con esso.

“Se noi interveniamo con tutti, senza distinzioni, senza discriminazioni – ha concluso il presidente Rossi – manteniamo una società più inclusiva e quando una società è più inclusiva, con meno veleni e meno odio, forse è meglio per tutti”.

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