Consorzio di nuovo sulla Fossa dell’Abate per togliere le alghe

Consorzio di nuovo sulla Fossa dell’Abate per togliere le alghe

Secondo intervento del mese di luglio. Nessun problema per la salute, l’alga è innocua, ma in grandi quantità può creare problemi al deflusso.

Calura eccessiva e stagnazione dell’acqua hanno creato le condizioni ideali per le alghe che si riproducono lungo la Fossa dell’Abate e per la seconda volta solo nell’ultimo mese, il Consorzio di Bonifica è al lavoro per la rimozione. Le alghe dall’aspetto filamentoso hanno lunghe radici ancorate sul fondale e dal fondo si sviluppano formando una lanugine che affiora a macchie sullo specchio d’acqua. La rimozione richiede un intervento mirato con escavatore, che azionando il braccio riesce a sradicarle. Ma la loro formazione è continua, proprio perché le condizioni sono ideali: acqua stagnante e ricca di nutrienti, unita a temperature elevate. Una volta sradicata, la vegetazione viene raccolta nei cassoni forniti dalle aziende dei rifiuti e da queste portate in discarica e smaltite. Una procedura codificata da un protocollo d’intesa che Comuni, Consorzio e società dei rifiuti hanno sottoscritto da anni, proprio per agire in modo organizzato al verificarsi del fenomeno.

“Siamo al lavoro da giovedì e per la seconda volta in questo mese, in piena collaborazione con i Comuni di Viareggio e Camaiore e con l’associazione dei balneari. – dichiara il presidente del Consorzio Ismaele Ridolfi –  In soli venti giorni dal primo intervento, siamo nuovamente operativi per eliminare il problema della proliferazione delle alghe e restituire al corso d’acqua un aspetto sano e decoroso”.

La fioritura dell’alga, che ricordiamo essere totalmente innocua, svolge in natura un effetto fitodepurante nei canali, ma quando la quantità è elevata, può provocare un abbattimento dell’ossigeno presente in acqua fino addirittura a ridurre il normale deflusso e per questo, la rimozione si rende necessaria ed è la miglior soluzione possibile e anche la più efficace per ricostituire in tempi brevi l’equilibrio ambientale.

“Non è la prima volta che ci troviamo a affrontare il problema intervenendo due o tre volte durante la stagione e per questo motivo già lo scorso anno, abbiamo rivolto un appello a tutti gli Enti coinvolti perché si trovi una soluzione in grado di agire sulle cause del problema – conclude Ridolfi – che è strettamente collegato alla qualità delle acque ricche di sostanze nutrienti e allo scarso deflusso delle stesse”

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