“Apri gli occhi” R. Lopez, Florestano edizioni, 2019

“Lo sfogliai velocemente tra le dita. Il Circeo, Pasolini, le bombe, il sangue, Giorgiana Masi, i manganelli, le steste spaccate, Moro, i rapimenti, i morti…”

I libri possono essere anche scambi di dialoghi a distanza capaci di alimentare amicizie oltre i chilometri che le separano. “Apri gli occhi” di Rita Lopez mi è arrivato in una calda mattina di luglio per posta da una mia carissima amica salentina, ottima intenditrice di libri e di altre affinità elettive.

“Apri gli occhi” si svolge dagli anni settanta all’inizio degli anni ottanta a Bari, protagonista è Anna, una ragazzina nata e cresciuta nel quartiere Libertà ed è anche la voce narrante del romanzo.

E’ attraverso i suoi occhi, innocenti, acuti, sensibili, che Rita Lopez  passa in rassegna gli anni settanta e tutti gli sconvolgimenti epocali di quel periodo dal terrorismo alle violenze sulle donne, dal femminismo ai processi di stupro. Per chi, come m,e è nato in quegli anni e li ha vissuti attraverso i racconti familiari e le letture storiche, “Apri gli occhi” è una grande occasione per sentire nel vivo e sulla pelle cosa comportavano tutti gli avvenimenti, densi e spigolosi, caratterizzanti quella fase storica. Il punto di vista di Anna è particolare: è una ragazzina che cresce in un contesto autoritario, patriarcale, dove le tradizioni diventano appoggio privilegiato per i mutamenti immani e determinanti di quegli anni. Lo sguardo di Anna scorre, investiga, analizza, raccoglie, si interroga e,in un certo modo, ci interroga, cresce insieme al lettore. Non è solo la storia di una ragazza, di una famiglia nella centrifuga di cambiamenti epocali, sono le storie dei vari personaggi che emergono con forza e audacia fino a coinvolgere il lettore dandogli la possibilità di avvertire ogni cambiamento in modo autentico e profondo. E’ una storia anche di donne, di emancipazione di genere, di adultità che irrompe parallela alla storia, frugando con voracità nella vita personale dei personaggi. E’ una storia di famiglia e di relazioni, di luoghi che sembrano osservare eppure partecipano al cambiamento anche loro. La scrittura della Lopez è altalenante: a volte dolce, a volte cruda, lo stile in certi passaggi si fa quasi noir per raccontare le paure di un’adolescente, la storia di una famiglia e, in qualche modo, di una nazione, in modo preciso e sensibile. Tutto ciò non resta sterile crisalide incastonata nel passato: pervade il presente perché il monito di aprire gli occhi, nel bene e nel male, è quanto mai urgente anche oggi.

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