Idda (Michela Marzano, Einaudi,2019)

Cosa resta di noi quando perdiamo noi stessi?”

La memoria e il ricordo sono gli assi portanti del romanzo “Idda” di Michela Marzano edito da Einaudi. Su questi temi si svolge la narrazione della protagonista Alessandra e della sua ricerca sul senso del passato e dei ricordi. L’occasione per cui Alessandra parte per questo viaggio interiore è il rapporto con la ultraottantenne Annie, madre del suo compagno, in preda a una malattia degenerativa della memoria. L’anziana fa fatica a riconoscere il figlio, vive immersa in tempi e situazioni diverse dagli anni cinquanta in poi, confondendo eventi e ruoli. Da questi racconti Alessandra cerca di ricostruire la personalità e la storia di Annie e, in qualche modo, tenta di definire se stessa, di comprendere le proprie zone d’ombra e i reali desideri. Annie che emerge dai carteggi ritrovati è molto diversa dall’immagine che di lei ha il figlio Pierre. In questo disordine mentale, Alessandra, che per lavoro classifica gli esseri vegetali, cerca una chiave di comprensione anche per se stessa. Questo tentativo la porterà a ripensare alla propria madre, deceduta in circostanze drammatiche in un incidente del veicolo guidato da padre, sopravvissuto all’impatto. L’evento ha determinato la fuga di Alessandra dalla Puglia e adesso con il rapporto di Annie, è il momento per la protagonista di tornare nella terra di origine, guardare negli occhi il passato e il presente, rimettere insieme i pezzi che sono rimasti senza definizione delle proprie relazioni.

Lo stile dell’autrice è netto, a tratti drammatico, capace di dare corpo con le parole alle spesso contraddittorie e complesse emozioni e considerazioni.

In questo tortuoso e sofferente percorso che apre in definitiva una nuova strada luminosa, Alessandra prende coscienza di come ognuno abbia diritto al decadimento, al lasciarsi andare. L’altro messaggio importante che Michela Marzano ci lascia è sul valore imprescindibile della memoria: i fatti diventano ricordi che non si perdono solo quando sono veicolati dagli affetti.

“Idda”, che in dialetto pugliese significa “lei,” indica ogni donna che in questo romanzo prende forma, ma anche l’insieme delle personalità, delle storie, delle donne che confluiscono nella storia personale di ciascuno. Un romanzo a tratti doloroso, di sicuro efficace nel portarci dinanzi a considerazioni e storie empatiche e vicine.

(Visitato 182 volte, 1 visite oggi)

Antonio Fusco a Giallo d’Amare con “Alla fine del viaggio”

L’ultima notte di Aurora [Recensione libro]