Doppia indagine sulla tragica fine di Vittorio Baruffo. Anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo di indagine, e sia la famiglia di Vittorio Baruffo ( i genitori e i fratelli ) che la compagna  del 44enne napoletano – per tantissimi anni residente a Viareggio dove vive la sua unica figlia -, trovato cadavere, orrendamente mutilato, in un bosco della Francia, hanno nominato come legale l’avvocato Umberto Prisco del Foro di Lucca, pronti a costituirsi parte civile.

“Vogliono che sia fatta luce sull’omicidio – spiega Prisco –  e, mio tramite, la compagna che viveva con lui in Francia a Montalieu-Vercieu ha chiesto di essere ascoltata dai magistrati d’oltralpe, ribadendo di essere certa che la pista da seguire non sia quella della Camorra e di essere in grado di dare informazioni dettagliate agli inquirenti”. Che non si tratti di un omicidio camorristico ne è certo lo stesso legale, come già riferito alla nostra redazione e riportato in un articolo dei giorni precedenti. “Vittorio Baruffo – prosegue l’avvocato – lavorava come primo cuoco in un ristorante francese da quando aveva lasciato Viareggio. Nessun legame con la Camorra, nemmeno nel passato, nè per lui nè per la sua famiglia, i cui componenti sono gente per bene e lavorano regolarmente”.

L’uomo era scomparso dallo scorso 9 luglio e ne aveva dato notizia anche il programma di Rai 3 “Chi l’ha visto?”. A trovare il corpo, fatto a pezzi, domenica scorsa, in un bosco a Charette, a 30 chilometri circa da Bourgoin-Jallieu., era stato un cacciatore nell’Isere, dipartimento francese della regione del Alvernia-Rodano-Alpi.  Da quanto riferito dal procuratore  di Grenoble, Eric Vaillant, l’autopsia aveva riscontrato “lesioni craniche“, causate da un “oggetto contundente” e che verranno effettuate “ulteriori analisi per scoprire di più sulle circostanze e le cause della morte“. La salma di Baruffo si trova ancora in Francia, a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa del nulla osta per tornare in Italia per i funerali.

 

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