“Il peccato”, il film diretto da Andrey Konchalovsky sulla vita di Michelangelo Buonarroti, esce nelle sale italiane giovedì 28 novembre. La notizia è apparsa su alcuni siti specializzati e sta facendo crescere l’attesa anche a Seravezza, che due anni orsono ha ospitato per alcune settimane il set nelle storiche cave di marmo del monte Altissimo. Curiosità e interesse per vedere come il grande regista russo, dal suo personalissimo punto di vista, racconta “i momenti cruciali della vita di Michelangelo, i suoi conflitti interiori, il suo rapporto con il denaro e con il potere, la sua arte magicamente inesauribile” sullo sfondo delle cave di marmo di Seravezza.

Intervenendo a una serata pubblica alle Scuderie Granducali – nei giorni in cui stava girando sull’Altissimo – Konchalovsky disse che, nelle sue intenzioni, c’era la volontà di celebrare congiuntamente il genio di Michelangelo e gli umili cavatori delle Apuane, impersonati nella pellicola da gente comune scelta appositamente fra Carrara e la Versilia. Nell’occasione il regista ringraziò le autorità comunali seravezzine, i dirigenti Henraux e lo studioso Costantino Paolicchi, autore del libro “Sogni di marmo” risultato molto utile per assimilare la complessa realtà delle cave di marmo.

“Il peccato” è prodotto dalla Fondazione Andrey Konchalovsky per il sostegno al Cinema e alle Arti Sceniche e da Jean Vigo Italia con Rai Cinema. In Italia è distribuito da O1 Distribution. Oltre che alle cave Henraux dell’Altissimo, il film è stato girato in vari altri luoghi michelangioleschi fra Toscana e Lazio: dal castello Malaspina di Massa a Firenze, da Carrara a Roma, da Arezzo a Montepulciano, Bagno a Ripoli, Pienza, Monte San Savino, Tarquinia, Caprarola. Il ruolo di Michelangelo è interpretato da Alberto Testone, mentre Umberto Orsini è il Marchese Malaspina e Massimo De Francovich veste i panni di Papa Giulio II.

Da una nota dell’agenzia Adn Kronos rilasciata all’inizio delle riprese si apprende che Konchalovsky, autore della sceneggiatura con Elena Kiseleva, ha scelto di ripercorre alcuni momenti della vita di Michelangelo con l’idea della “visione”. Una scelta artistica che, pur raccontando fedelmente il tempo, consente di presentare liberamente i fatti, con lo sguardo originale e il talento immaginifico che connota le opere del grande regista, Leone d’Argento a Venezia nel 2016 con “Paradise” e nel 2014 con “Le notti bianche del postino”. «Vorrei trasmettere non solo l’essenza della figura di Michelangelo, ma anche sapori e odori di quell’epoca carica di ispirazione e bellezza, così come di momenti sanguinosi e spietati», disse all’epoca Konchalovsky. «E quello che mi ha spinto è stata la voglia di raccontare al mondo, e ai giovani d’oggi che hanno la memoria corta, la grandezza della figura di Michelangelo”.

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ultimo aggiornamento: 30-09-2019


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