Abolizione del decreto sicurezza.
Ecco la lettera che Porti Aperti Viareggio ha inviato al Presidente del Consiglio, per “richiedere l’abolizione di tutte le misure che ad oggi umiliano e negano i diritti dei migranti, impedendone di fatto l’accoglienza e la loro tutela”
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
 
e p.c Al Presidente del Senato
 
Al Presidente della Camera
 
Al Presidente della Regione Toscana
 
Al Presidente Consiglio Regione Toscana
 
Alle OO.SS
 
Agli organi di stampa
 
 
OGGETTO: Abolizione Decreti Sicurezza.
 
Egregio Presidente
 
siamo un gruppo di associazioni, partiti politici, singoli cittadini e cittadine della Versilia, raggruppati sotto il nome di “Porti Aperti”, che hanno deciso di prendere parola sul tema dei e delle migranti, a nostro avviso di primaria importanza sia sotto il profilo umanitario che sotto quello politico.
 
La cronaca degli ultimi anni ed anche degli ultimi giorni ci restituisce un quadro insostenibile di morte e disperazione a cui la politica, sia pure con diverse modulazioni, non ha saputo dare risposte all’altezza del grado di civiltà espresso dalla nostra costituzione. Anzi già dal 2017, con Minniti al Ministero dell’Interno, e con decisione ancora maggiore fino al 2019, con Salvini, si sono intraprese inaccettabili e vergognose politiche di “complicità” con le autorità libiche, responsabili di riduzione in schiavitù, torture e uccisioni nei confronti delle persone migranti, spesso in accordo e sinergia con gli scafisti, da esse non sempre distinguibili.
 
Si è altresì perseguita una politica di sospetto e accusa nei confronti delle ONG, ostacolandone in ogni modo l’attività, al fine di eliminare dal mare ogni scomodo testimone e confidando sul fatto che le morti, le torture, gli stupri nei lager libici, essendo invisibili, fossero di fatto più accettabili per l’opinione pubblica, alimentando così cinismo e inumanità. E’ un fatto, basta guardare le date degli avvenimenti, che non sono stati gli interventi delle ONG a determinare gli arrivi, ma che è stato l’orrore dei naufragi, di fronte all’insufficienza degli interventi ufficiali, ancor più dopo la chiusura di Mare Nostrum, a sollecitare l’intervento generoso dei volontari.
 
In questo quadro si sono inseriti i due Decreti Legge sulla Sicurezza, che hanno di fatto sancito, in dispregio ad ogni dettato etico e ai principi ispiratori della Carta Costituzionale, la criminalizzazione delle attività di salvataggio nei confronti di coloro che, a rischio della propria vita, sono fuggiti da situazioni di negazione e violazione di ogni diritto. Si sottolinea, a questo proposito, che aver favorito e accettato la legittimità di una zona SAR libica e la volontà dichiarata di imporre alle navi di soccorso di abbandonare alle motovedette libiche le persone in mare presenti in tale zona equivale a farsi complici dei delitti a cui esse saranno sicuramente esposte, una volta riportate indietro. Ricordiamo, per quanto riguarda le donne, gli stupri a cui saranno di nuovo sistematicamente sottoposte.
 
A tutto questo si è aggiunta la pressoché totale distruzione del, sia pure imperfetto, sistema di accoglienza, con la creazione di un gran numero di irregolari e la quasi totale cancellazione, attraverso il taglio dei fondi, di ogni effettiva attività di integrazione, come l’insegnamento della lingua italiana, la formazione professionale ecc., in barba alla retorica sulla sicurezza, che ne viene anzi indebolita. Il taglio dei fondi ha significato inoltre, in un momento di grave disoccupazione, la perdita del lavoro per migliaia di italiani e italiane, soprattutto giovani, che hanno nel frattempo maturato una grande professionalità. Si mettono in campo, per giustificazione, alcuni scandali che pure nel sistema di accoglienza ci sono stati, come se, per gli scandali verificatisi nel tempo anche nella sanità, si dovesse abolire o drasticamente ridurre il sistema sanitario nazionale, anziché superarne i limiti…
 
Si dice: “Aiutiamoli a casa loro”, tacendo sul fatto che aiutarli, come sarebbe doveroso, significa innanzi tutto porre fine al sistema di rapina di cui siamo anche noi responsabili sia direttamente, come ad esempio in molte zone dell’Africa, sia indirettamente, attraverso il riscaldamento globale le cui più immediate e gravi ricadute riguardano i paesi di provenienza dei e delle migranti (vedi l’avanzare in molte aree della siccità), che non ne sono tuttavia i principali responsabili. Un problema globale che implica risposte globali di trasformazione, nella consapevolezza che la salvezza sarà di tutte e tutti o non sarà.
 
Si dice che possiamo accogliere solo i migranti regolari, come se i richiedenti e le richiedenti asilo fossero irregolari e come se fosse possibile oggi, per chi proviene da certi paesi, entrare in Italia regolarmente per cercare lavoro.
 
Si dice che possono legittimamente entrare solo coloro che provengono da paesi in guerra, come se la il depauperamento a seguito della rapina delle risorse non fosse una forma di guerra. Ricordiamo inoltre l’art.10 della Costituzione, che nel terzo paragrafo recita: “’Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”. L’articolo 3 d’altra parte fa chiaramente riferimento a un concetto sostanziale di libertà, garantito dalla Costituzione, che può essere impedita, nel suo effettivo esercizio, dagli ostacoli di ordine economico e sociale. Tutto ciò appare nettamente in contrasto con l’attuale tendenza a restringere sempre più l’ambito di concessione del diritto di asilo in considerazione anche del fatto che molti dei paesi nominalmente non più in guerra mantengono condizioni di violazione dei diritti umani.
 
Per quanto detto, facendo nostro l’appello lanciato da IoAccolgo, sottolineiamo l’assoluta necessità che il Governo intervenga a correzione delle aberrazioni che si sono fin qui prodotte, finalmente prendendo le distanze dalle scelte dei precedenti esecutivi. Nello specifico chiediamo quindi:
 
– che venga reintrodotta la protezione umanitaria, abrogata dal decreto legge 133 del 2018;
 
– che sia abrogata la norma riguardante la residenza dei richiedenti asilo;
 
– che sia ristabilito un sistema nazionale di accoglienza che promuova l’inclusione sociale di richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria;
 
– l’abrogazione dei divieti per le navi impegnate nei salvataggi;
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ultimo aggiornamento: 17-12-2019


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