Credito d’imposta per le attività commerciali, tasse locali e concessioni demaniali sono le questioni principali al centro di una serie di richieste che l’Ordine dei dottori commercialisti ed esperti contabili della provincia di Lucca rivolge in parte al Governo e, in parte, ai Comuni. Richieste che, come precisa in una nota lo stesso Ordine, provengono direttamente dai clienti e con essi sono condivise.

Credito d’imposta. Anche se il canone d’affitto non è stato pagato nel mese di marzo, il credito d’imposta per i negozi in categoria C1 sarà comunque corrisposto nella misura del 60% del canone stesso.

Viene da chiedersi – dicono i commercialisti – perché il Decreto Cura Italia non abbia ricompreso nel credito d’imposta relativo agli immobili tutte le categorie catastali. Eppure, gli unici penalizzati non sono soltanto coloro che svolgono un’attività commerciale. Perché restano esclusi i C2 (locale deposito), i C3 (laboratori arti e mestieri artigianali), i D1 (opifici, capannoni, fabbriche), i D2 (alberghi e pensioni), i D8 (grandi magazzini e centri commerciali) e gli A10 (studi professionali)? Non è una discriminazione per tutto il mondo imprenditoriale e professionale?

Affitti. La crisi finanziaria non ha permesso a tutti gli affittuari il pagamento dei canoni, e conseguentemente dall’altra parte c’è chi l’affitto non l’ha riscosso. Quindi, quali sono gli strumenti che potrà adottare il proprietario dell’immobile che non ha percepito o non percepirà i canoni di affitto? Quali sono gli sgravi di cui potrà beneficiare?

Imposte locali. I balzelli più temuti sono certamente IMU/TASI TARI/TARSU ed il suolo pubblico. Per questi, c’è bisogno di interventi coraggiosi da parte dei Sindaci; interventi che partano da una revisione radicale dei criteri di imposizione. Per IMU/TASI, le attività che hanno subito il lockdown dovrebbero beneficiare se non di un totale annullamento, quantomeno di un sostanzioso abbattimento. Per TARI/TARSU, se le aziende sono state chiuse, o seppur aperte, hanno prodotto meno rifiuti, quindi anche in queste ipotesi ci sarà da prevedere un ricalcolo. Anche per il suolo pubblico, infine, l’imposta dovrà essere rimodulata.

Concessioni demaniali. Una considerazione deve essere fatta anche per gli stabilimenti balneari, che oltre ad avere i medesimi balzelli tributari, hanno anche l’onere della concessione demaniale. Anche questo tributo, almeno per quest’anno, dovrà giocoforza essere ricalcolato, in base ai mesi di attività effettiva ed alle prescrizioni sulla sicurezza, che imporranno una minore attrezzatura (ombrelloni, tende, sdraio e sedie) e quindi minori spazi da affittare e presenze sicuramente meno numerose.

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ultimo aggiornamento: 27-04-2020


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