Cosa raccontare di Davide Moretti? In questi giorni dalla sua partenza avvenuta sabato 23 maggio a seguito della malattia, numerosi sono stati i contributi formali e informali su di lui, sulla sua umanità, sulla sua vitalità, un flusso di narrazione continua e ampia, impregnata di sincero affetto e stima.

Davide, amico, maestro, padre per i suoi allievi, fratello, figlio, compagno. Entusiasmo, sensibilità, passione sono gli elementi che più sono ricorsi nei racconti su di lui. E ovviamente il teatro, il teatro che da passione profonda è divenuto un lavoro, mantenendo sempre dei confini labili e indiscutibili nel contatto con la realtà, col territorio da un lato, con l’intimità dei partecipanti dall’altro.

Il teatro di “Teatro Rumore” portato avanti da Davide con la sua compagna Ilaria Lonigro, è stata da subito una grande rivoluzione pacifica e…rumorosa.

Dalla sua fondazione ha saputo coinvolgere i ragazzi trasmettendo al contempo un grande amore per le arti sceniche, ma trasmettendo anche il valore di fare squadra, nel rispetto e nella valorizzazione della personalità e dei talenti di ognuno. Il fattore umano presente nei vari corsi che nel tempo si sono succeduti è stato da sempre la cifra distintiva di Teatro Rumore come compagnia originale e rivoluzionaria. A questo si è affiancato l’altro lato della rivoluzione pacifica, ossia la rivisitazione di contenuti, di linguaggi, che sono confluite in opere eccezionali, da quelle più comiche a quelle più socialmente impegnate come quella sull’eccidio di Sant’Anna, “70, nella mano la memoria” e la più recente “32, a beautiful thing” sulla strage ferroviaria di Viareggio. Un linguaggio spesso dirompente, capace di attingere alle varie arti, dalla musica alla scenografia, dalla narrazione verbale alla recitazione passando dalle suggestioni del cinema. Opere capaci di smuovere emozioni e coscienze al tempo stesso, opere che hanno educato alla bellezza e alla memoria i piccoli grandi artisti di teatro Rumore ma anche i numerosi spettatori in ogni minimo dettaglia, dalla scelta delle parole a quella delle luci, ai contenuti, spesso scomodi. Un teatro quello di Teatro Rumore netto, deciso, ironico, urtante per certi aspetti proprio perché capace di fare rumore e rompere il silenzio per aprire gli occhi sulla Bellezza e sulla convivenza civile. La passione, i valori che in tutti questi anni Davide ha seminato con Ilaria spettacolo dopo spettacolo non appassiranno: restano nella memoria, in ciò che siamo, in ciò che i suoi ragazzi porteranno nei loro occhi, nei loro gesti in giro per il mondo.

Erika Pucci

(foto di Vikki Keisala)

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