Caffè Voltaire, L. Campiglio, Mondadori, 2020

“Se gli uomini definiscono una situazione come reale, essa avrà conseguenze reali.” W. Thomas

Anna Naldini è una giovane donna tra i 30 e i 40 anni, impegnata in diversi lavori precari per arrivare a fine mese. La svolta decisiva motore del romanzo è il doppio incarico di scrivere “corsivi” di commento politico su due giornali contrapposti, uno di destra e uno di sinistra, in piena campagna elettorale. Per effettuare il suo lavoro su due fronti contrapposti, tra mille peripezie, utilizza due pseudonimi Voltaire e Rouessau. Il romanzo si snoda lungo la forsennata campagna elettorale, mettendo in scena i risvolti più inquietanti nella gestione politica: dal ruolo della stampa e della manipolazione delle notizie, agli accordi taciti tra le parti in causa, una lotta senza esclusione di colpi che va al di là dello scontro politico mettendo a fuoco la fragilità dei sistemi democratici moderni con l’avvento dei social network.

Oltre alla campagna elettorale e ai corsivi di Anna Naldini, amori, amicizie e legami familiari si intersecano nell’avventuroso racconto di “Caffè Voltaire”, un’opera brillante, ironica, profonda e al tempo stesso molto scorrevole, capace di carpire l’attenzione del lettore e di condurlo in riflessioni su una realtà narrativa così simile a quella fuori dal romanzo e che ci circonda.

Particolare attenzione meritano i corsivi dei due pseudonimi riportati nel romanzo: non sono solo esercizi di stile ma la fotografia fedele di come la realtà e le notizie possano essere raccontate mistificando il concetto di reale con relative conseguenze.

Una lettura piacevole, intensa, fresca che lascia un segno nel lettore, come definisce l’amica della protagonista nel romanzo.

“Il tuo è un interessante esperimento di comunicazione politica applicata. La riprova di come in questo Paese si possa dire tutto e il contrario di tutto, ed essere in entrambi i casi credibile.”

(in collaborazione con libreria “Lettera 22”)

Erika Pucci

@erykaluna

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