Caso Pantaleoni, asso nella manica della difesa: “Incompetenza territoriale, venga processato a Lucca”

Nessun rinvio a giudizio, per ora. E asso nella manica quello della difesa di Gianluca Pantaleoni, affidata agli avvocati Antonio Olmi e Massimiliano Palena del Foro di Firenze.
I legali, oggi all’udienza preliminare dinanzi al gup del tribunale di Pistoia dottoressa Patrizia Martucci, hanno infatti sollevato una eccezione di incompetenza territoriale e chiesto che il processo all’ispettore della Polstrada, aggregato alla sezione di Montecatini Terme ma in forza al comando provinciale di Lucca, ed ex comandante ad interim del distaccamento di Viareggio – arrestato il 5 dicembre dello scorso anno dalla Squadra Mobile pistoiese diretta dal dottor Antonio Fusco – venga celebrato a Lucca. “Il reato di riciclaggio di cui il nostro assistito è accusato, il più grave – spiega l’avvocato Olmi – si è infatti consumato a Lucca, almeno il primo episodio, luogo dove Pantaleoni aveva – e ha tuttora – sia la residenza che il domicilio”. In merito all’istanza del pool difensivo del poliziotto è stata fissata l’udienza del 16 luglio prossimo per la replica del pm titolare del fascicolo di indagine, dottor Leonardo De Gaudio, che ha chiesto il rinvio a giudizio.  In quella data si saprà se sarà accolta, o se invece rigettata.
Pantaleoni, che al momento resta ai domiciliari con tanto di braccialetto elettronico (non è infatti stata accolta la richiesta di scarcerazione, in base alle norme che hanno sospeso i termini per il Covid 19, e si attende l’esito dell’appello al Riesame), e con il conto corrente ancora sotto sequestro,  non ha chiesto nessun rito alternativo: andrà a dibattimento. Sicuro di poter provare la sua estraneità ai fatti contestati.
I reati di cui l’ispettore della Polizia Stradale, e segretario nazionale del sindacato,  è accusato – come si ricorderà – sono circonvenzione di incapace, riciclaggio,  truffa e certificazioni false, corruzione per asservimento della funzione, traffico di influenze illecite, riciclaggio e autoriciclaggio e peculato.
Gianluca Pantaleoni sarebbe stato affetto da una grave forma di ludopatia, compulsiva, “certificata dallo stesso Sert”, spiega l’avvocato Olmi, che lo ha portato alla continua ricerca di soldi: gli inquirenti hanno parlato, nelle carte, di 900mila euro passati dalle sue mani in 3 anni.  Sempre secondo l’accusa il poliziotto della Stradale sarebbe addirittura arrivato a svelare informazioni sulle targhe delle auto civetta in dotazione alla questura di Pistoia in cambio di denaro. Oltre ad aver approfittato di una donna ipovedente, che oggi si è costituita parte civile, innamorata perdutamente di lui, che le avrebbe consegnato la somma di 180mila euro.
Il pubblico ministero Leonardo De Gaudio ha chiesto anche il rinvio a giudizio per Domenico Lombardi, 51 anni, di Massa e Cozzile, Tiziano Pandolfo, 39, di Barga, Luigi Amico 58, residente a Pistoia ma domiciliato ad Altopascio, e Cristian Balestra 34 di Altopascio. Queste persone avrebbero commesso insieme all’ispettore di polizia alcuni dei reati per i quali è accusato.

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