“L’assassino ci vede benissimo” (C. Frascella, Einaudi 2020)

Per certe persone le loro fissazioni, il modo di realizzarle o anche di distruggerle, possono valere più di una vita umana.”

Christina Frascella è tornato con il terzo libro che ha per protagonista Contrera, l’irriverente, affascinante, contrastante investigatore privato che dalla Barriera torinese ci porta in una storia lunga una notte.

E’ infatti in una notte che si svolge questo noir di altissimo livello dove drammi personali e storie di strada si intersecano in una struttura polifonica dal ritmo serrato. Il testo ha un andamento geometrico: nella prima parte predomina una narrazione maggiormente introspettiva dove affiorano antefatti e pregressi che faranno da base per la seconda parte, in cui l’aspetto poliziesco è predominante. La scelta di questa struttura è sicuramente vincente per dare ritmo, coerenza alla storia e coinvolgere il lettore in una storia multiforme. Credo che la narrazione in prima persona sia uno dei punti di forza del romanzo: il continuo dialogo con se stesso, lo sguardo su eventi e persone narrata dalla voce protagonista, tra autorironia e irriverenza, tra sensi di colpa e incoerenze, rendono Contrera sempre più convincente e fascinoso. In questo episodio si troverà dilaniato da un delicatissimo equilibrio familiare ormai decaduto e un’indagine ad alta tensione per scagionare un amico.

“Le ombre della mia paura di esistere e di essere come gli altri tornavano a visitarmi, ombre grasse e nerissime che si allungarono sulla mia anima, rendendomi inaffidabile e contorto e compromesso rispetto ai miei stessi desideri”

Con questo lavoro Frascella si conferma una delle voci più solide nel panorama noir, dimostrando di saper stare profondamente nel genere e di saperlo rinnovare con elementi interessanti quali l’ironia, l’approfondimento psicologico dei personaggi e delle loro contraddizioni, la scelta dei registri linguistici che spaziano dal parlato al lirico. L’autore riesce a gestire una trama complessa mantenendo sempre alto il rapporto con il lettore, pagina dopo pagina, coinvolgendolo, spiazzandolo, anticipando, sfuocando. In questa opera si percepisce come la capacità di aver attraversato diverse tipologie di scritture nelle precedenti opere siano un patrimonio importante che Frascella ha saputo rielaborare in modo originale al servizio del noir. Il personaggio di Contrera, nelle sue incoerenze, nei suoi dubbi, è un po’ tutti noi nell’approccio con le relazioni, con la sensualità, con la vita stessa e le sue continue prove. Un cenno a parte merita l’ambientazione. Se la scelta dell’unità temporale (tutto in una notte) echeggia le grandi tragedie classiche, la scelta topologica e la relativa costruzione dell’ambientazione ricalcano il grande noir americano ispirato all’hard boiled, valorizzato dalla stessa bella copertina di Riccardo Falcinelli. Eppure Frascella va oltre il semplice pretesto: la Barriera che ci consegna, quella in cui ci immerge nel vivo della lettura, è una realtà pungente, multiforme, dalle molteplici identità e da una connotazione decisamente forte. Nella convivenza di culture di vario tipo (etniche, malavitose etc) è nel suo affermarsi in modo prepotente il lato oscuro che possiamo rintracciare al di là della stessa Torino, come traccia endemica del nostro Paese. Il volume è adatto a chi non ha mai conosciuto Contrera e ai lettori che già lo seguono: un ottimo noir che lascia ancora tante domande irrisolte e una grande voglia di incontrare nuovamente e presto Contrera.

Erika Pucci

@erykaluna

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