“Il mondo che verrà” (B. Pascal, 2019, Amazon)

“collaborazione e tempo” sono queste due parole semplici che sostituiranno per sempre la parola potere e la parola denaro. Non abbiate paura del mondo che verrà.

“Il mondo che verrà” è un romanzo visionario scritto da Pascal Basile, musicista all’esordio nella narrativa.

Al centro del racconto c’è la vicenda di Lucio Bonetti che, a Firenze per lavoro, contrae una strana sindrome per cui dimentica gli ultimi trenta anni della sua esistenza.

Saranno gli operatori bioinformatici a riportare con trasmettitori neurologici la memoria di Lucio perché sia in grado, a seguito di una catastrofe globale, a inserirsi nel necessario modo di vivere richiesto a tutta l’umanità.

Il testo di Basile è un romanzo ben calibrato nel linguaggio e nel ritmo: pur rimanendo nel campo dell’opera distopica, riesce a coniugare altre voci narrative con la memoria, la poesia e la musica, regalando al lettore una storia possibile e emozionante.

Pascal sa giocare bene con le parole e le sceglie con accuratezza per costruire un mondo probabile in cui possiamo intravedere stralci di presente.

“La musica fu la prima luce che si accese nel buio del futuro.”

La musica di Dalla rappresenta di più che una semplice soundtrack del testo: le canzoni evocate fungono infatti da intarsi entro cui si collegano gli sviluppi della trama e dei personaggi.

Un’occasione per riscoprire i testi di Dalla in un contesto non musicale ma anche per conoscere meglio la profondità e l’evocazione delle sue canzoni.

Un esordio quello di  Basile davvero piacevole per un romanzo che attinge al genere distopico rielabroando con stile e personalità la materia narrativa mettendo in luce valori e sentimenti su cui rifondare una convivenza civile.

Potere è il bene quando vuol dire essere capaci di fare, capaci di cambiare per diventare migliori, capaci di dare la vita”.

Erika Pucci

@erykaluna

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