Il blu delle rose (T.Laudadio, NeN editore, 2020)

i verbi coniugati all‘avvenire facevano tremare”

Tony Laudadio, scrittore, musicista, regista, attore, torna in libreria con un romanzo distopico di grande attualità.

“Il blu delle rose” ci porta nel 2047, in una società altamente digitalizzata e tecnologica in cui da anni sono in vigore leggi severe in merito alla scoperta del gene C.

Il gene C, isolato nel 2020 in piena pandemia da Covid 19, è il gene che induce alla criminalità e ai comportamenti violenti. Attraverso la precoce diagnosi fetali e successiva selezione, si è attuato un protocollo di sicurezza atto a vivere in maggiore sicurezza. Protagonista è la scienziata Elisabetta, fautrice della scoperta e che sulla propria pelle proverà le conseguenze della scoperta scientifica e delle conseguenti dolorose legislazioni.

Il libro di Laudadio si configura come un romanzo denso arricchito dal ritmo e dalla sensibilità di una favola in cui etica, scienza e sentimenti si intersecano con un ritmo in crescendo sul piano strutturale e emotivo.

L’elemento più rilevante nella lettura è di certo la cura nella scelta delle parole che offrono un testo ricercato, esatto dal punto di vista comunicativo e profondamente efficace e coinvolgente.

Il romanzo ci pone davanti molti interrogativi dei nostri giorni e la chiave distopica è effettivamente adatta a questa investigazione che l’autore propone. Il ritmo concitato degli ultimi capitoli corrisponde a una maggiore introspezione in cui probabilmente la capacità attoriale dell’autore diviene una cosa sola con la scrittura: Elisabetta ci viene trasmessa in modo trasparente, vivo, con tutte le sue paure, le sue audacie, le sue perplessità, evidenziando una grande sensibilità dell’animo femminile.

Delicati e incisivi intitolati con la ricorrenza dell’imparare, una successione che rappresenta, nel suo continuum isolato, un vero e proprio vademecum per stare nel mondo in modo critico senza perdere la magia della meraviglia.

“Il blu delle rose” è un invito a scegliere nella complessità dei giorni la via della libertà e dell’amore, vie di certo scomode ma che aprono scenari imprescindibili dalla vita e dal restare umani.

“c’è sempre meno luce nei pressi della vertià.Vorrei cercarla a mani nude. E non c’è musica migliore di quella che ti fa credere di aver capito qualcosa. Stammi vicino mare, che sei battiti che sei luce e musica insieme, e sei tempo pure con battiti inumani. Sei tramite, unione e distanza. Sei arrivo e partenza, Sei tutto. Sei il blu”

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