“Nel girone dei bestemmiatori” (A. Prunetti Laterza, 2020)

E invece di lavorare, ti sei messo a scrivere sul lavoro.”

“Nel girone dei bestemmiatori” è il terzo titolo di Alberto Prunetti dedicato alla trilogia sulla working class. Proprio in questo ambito l’autore toscano è stato capace di ritagliarsi uno spazio importante, tenendo alta l’attenzione nel mondo della letteratura sul mondo del lavoro. Nella prima opera “Amianto” ci ha condotto nelle problematiche della sicurezza sul lavoro, nel secondo “ 108 metri the new working class hero” ha messo al centro il mondo del precariato e degli italiani che lavorano all’estero. Con questo nuovo romanzo Alberto propone una commedia in stile dantesco in un ipotetico dialogo tra generazioni. Ancora una volta l’esperienza personale ispira la scrittura dell’autore che con nel dialogo fra il padre Renato, deceduto per lavoro usurante, e la figlia Elettra, porta al centro le problematiche del lavoro con uno stile ironico, pungente, efficace.

La storia è infatti improntata ai temi caldi del lavoro con uno stile che si è fatto decisamente maturo e orientato al piacere della lettura grazie a una ricerca stilistica e linguistica notevole.

Ma il lavoro ordinario, ripetuto tante volte al giorno, cinque volte la settimana, non è anche più difficile? “

Nelle pagine di Prunetti il livornese si intreccia nella narrazione costellata da suggestioni dantesche: le fiamme dell’inferno si intersecano con le fiamme delle fabbriche, i contrappassi esistenziali con quelle delle vicende e delle lotte operaie. Lo stile dell’autore si è decisamente evoluto, raggiungendo una cifra personale autoriale e amalgamandosi perfettamente con la materia narrata.

In particolare mi ha colpito molto anche lo spazio che viene dato alla femminilità: nei dialoghi con Azzurra, nell’evocazione della condizione materna che da figlio Prunetti racconta, troviamo a mio avviso un orizzonte più ampio rispetto ai temi affrontati dall’autore.

In questo libro più che mai emerge il verdetto sulla classe operaia: niente Paradiso, ma solo gironi infernali. Ed è nelle pagine di Alberto che le lotte operaie del padre e delle altre generazioni si fanno memoria viva, patrimonio da tenere negli occhi per il presente inteso come occasione per tutelare i diritti e per essi battersi.

Sullo sfondo di una maremma di ciminiere e attrezzi da lavoro, si arriva a fine lettura chiedendosi che fine abbia fatto la classe operaia e, più in generale, la solidarietà tra lavoratori che oggi, troppo spesso, latita in diversi settori.

E’ un libro incandescente quello di Alberto, perché scorre sul binario di una scrittura capace di guardare, combattere, instancabile. Perché le parole si fanno attrezzi nelle mani di Alberto…

Rimettiamo in bolla il racconto, prima che troppi tiranti ne disperdono le energie. Reggi qui, segna il punto.Tira una linea tra il passato e il presente. Guarda se le diagonali dei personaggi sono ortogonali. Stringi i bulloni della storia. E allora vai, raccontala…”

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