“A Torino con Cesare Pavese” è il libro scritto da Pierlugi Vaccaneo (Direttore della Fondazione Pavese dal 2010) per la collana “Passaggi di dogana” d Giulio Perrone editore.

Il testo di Vaccaneo si concentra con grande onestà intellettuale e umana sugli aspetti poetici e narrativi di Cesare Pavese evidenziando soprattutto in cosa ancora l’autore piemontese possa essere considerato estremamente moderno e attuale. Quello che Vaccaneo cerca in modo convincente è di appassionare il lettore alle opere pavesiane, partendo da ciò che in comune l’uomo Pavese può avere con noi. Due sono gli aspetti che emergono in modo dirompente. Lo sguardo su se stessi, da cercare, accogliere e amare e, in modo diverso dall’autore, di rendere le inquietudini dell’esistenza la vera via d’uscita al labirinto borgesiano in cui siamo immersi.

Il viaggio di Vaccaneo è costituito da cinque tappe o meglio isole che costituiscono un vero e proprio arcipelago interiore. La città, il mito, la donna, l’America, le Langhe sono le mete di questo viaggio umano e letterario, geografico ma soprattutto interiore.

Il testo offre molti riferimenti alle opere di Pavese, stralci dei passaggi più significativi e contribuiti estratti dai saggi. Particolarmente interessante ho trovato il capitolo dedicato all’America, forse l’aspetto di Pavese per me personalmente meno noto. E’ in queste pagine che emerge lo spessore culturale di Pavese come traduttore ma soprattutto conoscitore delle opere americane a lui contemporanee in particolare degli anni 30. Soprattutto emerge in modo importante la valutazione di Pavese sul ruolo della letteratura americana nella cultura italiana. Politicamente e intellettualmente la cultura americana emerge come portatrice di aspetti negati dal fascismo quali scioperi, lotte di classe, crogiolo di popoli ed etnie, una cultura giovane e incontaminata in cui rifugiarsi.

Altresì molto sofferto e interessante è il rapporto tra arte e vita nell’esperienza di Pavese che Vaccaneo traccia con grande limpidezza e completezza di analisi.

Il libro ha un ritmo scorrevole, netto, pulito, si muove tra biografia, saggio e narrazione con uno stile molto personale capace di rivolgersi a lettori di diversa tipologia, per questo è molto interesante per chi già conosce Pavese ma anche per chi vuole avvicinarsi all’opera dello scrittore.

Su tutto emerge fortemente l’invito dell’autore a scegliere in cosa essere Pavese e in cosa distanziarsi, un invito che può essere di grande auspicio per l’anno appena iniziato. Buona lettura!

“Leggere Pavese oggi significa stare davanti a quello specchio per trovare il coraggio di riconoscersi, di sostenere quello sguardo, accogliendolo. Leggere Pavese oggi significa non essere Cesare Pavese per trovare nell’inquietudine del viaggio la via d’uscita dal labirinto”

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ultimo aggiornamento: 03-01-2021


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