“Un colpo al cuore” è l’ultimo thriller di Piergiorgio Pulixi edito da Rizzoli e uscito il 26 gennaio. Cogliendo le inquietudini personali e sociali di questi tempi, Pulixi pone al centro del suo romanzo un serial killer, chiamato “il dentista”che sfida il sistema giudiziario puntando alla pancia delle masse deluse da non aver ricevuto la giustizia attesa. Due ispettrici, Mara Rais e Eva Croce, con il criminologo Vito Strega seguiranno l’intricata indagine tra colpi di scena, fantasmi del passato spaziando dalla Sardegna a Milano. Il libro è disponibile anche in versione audio per Audible con la voce di Michele Maggiore.
Pulixi ha risposto con grande passione, esattezza e entusiasmo alle domande sul libro in attesa di averlo nuovamente presto in Versilia.

  1. Un colpo al cuore” è il noir con cui torni ai tuoi lettori dopo “L’isola delle anime” (Rizzoli, 2019), vincitore dello Scerbanenco. Nel tuo nuovo romanzo si incontrano personaggi già familiari al tuo pubblico: Mara Rais, Eva Croce e Vito Strega. Da quali strade provengono e perché hai deciso di farli incontrare? L’unica cosa che accomuna i personaggi, oltre al fatto di essere tutti e tre poliziotti, è una grande solitudine di fondo. Il romanzo, oltre alle tematiche sociali, parla di solitudine, di quanto può essere difficile vivere in una città grande come Milano, molto affascinante ma in cui per i single è difficile costruirsi relazioni. E a questo sta pesando molto Vito che vorrebbe rifarsi una vita. Si trovano nella stessa situazione anche Mara e Eva, sebbene a un’altra latitudine. Quando si incontreranno sarà un farsi compagnia vicendevolmente e diventeranno una squadra. Se nel primo romanzo mi è piaciuta descrivere un’amicizia femminile, in questo romanzo ho voluto sottolineare la difficoltà di intessere relazioni dal punto di vista professionale che diventano anche amicali e personali e, nel caso di Mara, anche più sentimentali.
  2. Al centro di “Un colpo al cuore” c’è una feroce critica al sistema giudiziario in ogni sua accezione, dai processi sommari a quelli mediatici, dalla prescrizione alla corruzione al ruolo degli hacker nella vita sociopolitica. Quali motivazioni ti hanno spinto a focalizzare l’attenzione su tale argomento proprio in questo momento? Ho scelto questa tematica perchè rivendico la mia appartenenza alla scuola di Massimo Carlotto e del noir sociale: se l’esperienza del noir mediterraneo si può dire chiusa io mi riconosco nella sua scuola. Non è invece chiusa l’esperienza del noir sociale, il nostro intento è raccontare, partendo da alcuni personaggi, la complessità e la durezza e a volte le condizioni laceranti della società in cui viviamo. Non può esistere quindi un noir vero che non parli della società in cui è ambientato e nella società attuale la disistima nel sistema giudiziario sia nell’esercizio amministrativo che penale era il classico elefante nella stanza che non riesci a vedere. Ecco io volevo vederlo e raccontare, così è nata l’idea di questo tema collegandolo a questi sentimenti negativi di odio e di rancore che attraversano in modo violento la nostra società, innescato da un utilizzo smodato e deleterio dei social network.
  3. Come sempre sai approfondire i personaggi dal punto di vista psicologico e della caratterizzazione, in “Un colpo al cuore” sembra veramente di vederli muoversi, parlare, relazionarsi con una percezione nella lettura davvero potente, sia quelli principali che secondari. Strega definisce se stesso e una sua collega “Irrequietezza e fragilità” e in effetti ognuno dei personaggi protagonisti e antagonisti si trova a fare i conti con questi due aspetti della propria storia personale.Come si sviluppano le personalità e i rapporti tra i tre protagonisti nel corso del romanzo? Si sviluppano in maniera lenta all’inizio dove soprattutto Mara e Eva annusano Vito Strega perchè, in quanto superiore, temono che li strappi via l’indagine. In realtà Vito non ha interesse a soffiarli l’indagine, è stato mandato da loro proprio lui perchè è una persona su cui si concentreranno tutti i media su un caso così caldo. La sua figura carismatica serve per togliere la pressione dei media che verranno catalizzati su Strega in modo che gli inquirenti, Eva e Mara, potranno lavorare con più serenità. E lui questo lo fa con un istinto di protezione verso le due ragazze che percepisce subito come due persone di cui prendersi cura. Non perchè voglia essere un gentiluomo ma perchè sa cosa signifca lavorare sotto la pressione dei media essendo abituato a gestire questi tipi di rapporti. Questo li porterà a stabilire un rapporto di amicizia al di là della dimensione lavorativa.
  4. Muovendoti ormai con maestria nel noir, hai colto l’occasione per affrontare temi caldi di attualità come il sistema giudiziario, il ruolo dei media, le condizioni psicologiche dei detenuti, il desiderio sociale di castigo da parte di una massa indiscriminata ma non indifferente. Conoscendoti, quando scrivi sei sempre molto meticoloso nella fase di studio e documentazione. Su quale di questi aspetti hai avuto più difficoltà a muoverti nel contesto narrativo che hai allestito per “Un colpo al cuore”? Forse la parte più complessa è stata parlare con le vittime della malagiustizia italiana, capire e cercare di capire le loro ragioni, la loro rabbia per non essere stati protetti e tutelati dallo Stato. E’ l’aspetto più interessante, in cui emerge l’umanità, la realtà vera dei personaggi, il “cuore umano” dei personaggi. E’ un sentimento di totale disistima, abbandono verso un sistema in cui ci sono falle e pecche di cui per primi i magistrati stessi sono consapevoli e sentono la necessità di rivoluzionare. Questo è stato molto complesso per me: cercare di rispettare la rabbia delle persone, delle vittime che non hanno avuto giustizia e trovare uno spazio all’interno del romanzo dandoli dignità.
  5. Nel libro spiccano fortemente i concetti di processi mediatici e giustizieri capaci di incarnare la sete di vendetta della massa laddove non si è affermata la giustizia, tanto che tutti, volendo, possono divenire a loro volta giustizieri, un po’ come in una famosa scena di “Joker” di Phillips con la magistrale interpretrazione di J. Phoenix. Ci sono suggestioni letterarie o filmiche che ti hanno ispirato, oltre alla principale lente di ingradimento sulla realtà attraverso il noir? Sicuramente questa suggestione che hai colto è giusta. Il mio editor, Tommaso de Lorenzis, è stato un grande fan di questo film “Joker” e di questo modo di raccontare i super cattivi. E’ stato molto interessante per lui cha una formazione filosofica il messaggio sociale che il film lanciava. Mi ha suggerito di non porre limiti al mio dentista ma di fargli incarnare un ruolo sociale forte. Il dentista è convinto di essere nel giusto, è convinto che per arrivare a un ripristino di un assetto più gusto si debba passare necessariamente attraverso la violenza che porterà, nella sua speranza, a una palingenesi della giustiza. Quindi Joker è stata una bella, bella influenza.
  6. Rispetto alle altre tue opere, ho riscontrato un approfondimento e uno sviluppo notevole del linguaggio. Da un lato ho constatato la tua sempre più attenta scelta lessicale e al contempo la capacità di “colorare” i registri linguistici (termini tecnici, dialettali etc) per tenere alto il coinvolgimento del lettore. Così nei dialoghi, serrati e dinamici, hai saputo dare spazio in modo autentico alla voce di ogni personaggio. Su quali assi del linguaggio avete maggiormente lavorato tu e Tommaso De Lorenzis (editor dei tuoi ultimi tre romanzi) coniugando ricercatezza stilistica, efficacia e agilità? Forse l’agilità, Tommaso ha molto rispetto delle mie scelte linguistiche e letterarie, non mi ha mai fermato in queste scelte e che ha difeso a spada tratta “L’isola delle anime” che è un noir molto letterario. Gli ho chiesto invece di aiutarmi a trovare un modo più efficace di alleggerire la mia prosa in senso calviniano, quella leggerezza delle “Lezioni americane” e Tommaso è stato il mio occhio critico in questo di tutte le parti che appesantivano le frasi per rendere la prosa liquida, scorrevole: essendo un romanzo di pura evasione in un momento così particolare, volevo che il linguaggio agevolasse il lettore nel perdersi nella storia.
  7. All’uscita di “Un colpo al cuore” hai auspicato che questo libro potesse essere di compagnia ai lettori in un momento non facile come quello che da mesi stiamo vivendo. Come speri che questo possa realizzarsi? Cosa nel tuo romanzo può essere di ristoro ai lettori? L’ironia può essere di ristoro ma lo stesso potere che le storie hanno di far evadere le persone. Se una storia ti cattura fin dalle prime pagine e ti porta in un altro mondo secondo me non c’è complimento migliore per un autore. Se ci pensi bene è quello il mio compito: dopo la lettura poter tornare ai loro impegni sorridendo, oppure stupiti piacevolmente dalle scelte dei personaggi. In “Un colpo al cuore” ho dato tutto quello che avevo in fase di lockdown per andare incontro alle esigenze dei lettori che erano mutate con la pandemia. Avevano bisogno di sorridere, di evadere, ho usato tutte le armi letterarie che avevo per compiere questa ardua missione.
  8. Sei uno degli scrittori che maggiormente gira in lungo e largo librerie, eventi, occasioni per incontrare i lettori, verso i quali hai sempre dimostrato affetto, stima e rispetto. In questa fase così particolare quali sono le strade per mantenere i rapporti coi lettori e poter approfondire aspetti riguardanti il libro appena uscito? Questa pandemia ci ha costretto a cambiare abitudini compreso il mio modo di promuovere come i miei colleghi. Facciamo tante presentazioni online per fare compagnia ai lettori adempiendo al compito di “romanzieri sociali” capaci di intrattenere il pubblico soddisfacendo i suoi bisogni. Da qui a fine marzo ho una diretta al giorno, in più ho deciso di tornare in libreria fisicamente con dei firmacopie con norme anticovid. La mia idea è di poter arrivare pian piano in tutta Italia, sostituendo il mio giro di presentazioni con i firmacopie, e poi riprenderemo quando possibile con le presentazioni. Ringrazio tutte le librerie che mi hanno dato fiducia e mi hanno permesso di farlo.
  9. Per la materia trattata, i personaggi, le locations, i personaggi, il tuo libro sarebbe adatto a un trattamento filmico. Tu che ne pensi? Penso che sarebbe splendido e penso che molti critici e molti lettori hanno già notato questo stile nella costruzione delle scene e in più, effettivamente, anche il ritmo è um ritmo da thriller cinematografico o televisivo. Che dire… me lo auguro ma non ci spero più di tanto: io sono uno scrittore, non è il mio mestiere sceneggiare film, ho scritto piccole sceneggiature. Mi auguro che accada, ma qualora accadesse sono pronto a lasciare tutto in mano a professionalità diverse dalla mia capaci di gestire questo prodotto meglio di quanto saprei fare io. Però sì, sarei molto curioso di vedere anche le scelte di un’altra sensibilità artistica al lavoro sulle mie storie.
  10. Piergiorgio proviamo a “spoilerare”: a quale nuovo progetto stai lavorando? Stavo lavorando al seguito di “Un colpo al cuore” ma questo successo e il fatto che i lettori lo ritengono migliore dei precedenti mi mette molta pressione e l’ho messo in stand by, mi chiedo se sia possibile superarmi. Laddove non è possibile dare il massimo di se stessi, mi fermo e cerco un’altra storia. Sto valutando un seguito degno per “Un colpo al cuore”, c’è tanto da studiare ma non mi spaventa e non vedo l’ora, finito il tour, di tornare a scrivere.

Erika Pucci

@erykaluna

(Visitato 123 volte, 1 visite oggi)
TAG:
noir Pulixi Un colpo al cuore

ultimo aggiornamento: 03-02-2021


“Questo giorno che incombe”[Recensione libro]

Divieto di accesso in Pineta, quando Maria Luisa si scontrò coi viareggini