“Benedetta e Niccolò” (La vita felice, 2017)

Trama

“Benedetta e Niccolò”, una storia vera d’amore e autismo, è il libro con cui lo scrittore Giorgio Bernard racconta il viaggio di una famiglia nel mondo variegato e delicato dell’autismo. Ispirato a una vicenda reale, il libro ci racconta del piccolo Niccolò che gradualmente intorno ai due anni cambia con comportamenti che suscitano nella mamma Benedetta e nel papà Alessio preoccupazione. Inizia così il lungo, complesso e difficile percorso di valutazione medica che porterà a diagnosticare in Niccolò l’autismo. E la storia inizia di qui. Il resto del romanzo è tutto incentrato sui cambiamenti che necessariamente la famiglia affronta sia a livello organizzativo che emotivo, guidati da una consapevolezza amorevole sempre più profonda. Così la storia si anima di presenze variegate come terapeuti, neuropsichiatri, insegnanti, psicologi e si ridefinisce un nuovo equilibrio familiare e relazionale nel microcosmo di Niccolò. Il lettore si addentra in un percorso di esperienze, sperimentazioni e metodologie per permettere gradualmente a Niccolò di imparare un nuovo modo per contattare il mondo fuori dì sé e, viceversa, per chi gli sta accanto, un modo nuovo per comunicare con lui.

L’autore riesce a mettere sempre al centro Niccolò arrivando persino a dargli voce: nei corsivi del libro sono espressi i suoi pensieri, il suo modo di guardare il mondo.

Un romanzo profondo, curato con rigore scientifico e con immensa umanità.

Note al margine

Il romanzo mi ha colpito sotto molteplici aspetti. L’autismo è un tema complesso e portare una storia vera in un romanzo su un tema così delicato e sfaccettato ha richiesto sicuramente tutta l’abilità narrativa di Bernard. Innanzitutto, l’autore sa trasformare una storia personale in una storia di interesse collettivo, prendendo il lettore e portandolo nel mondo emotivo di Benedetta e Niccolò, un mondo fatto di incertezze, ricerca, consapevolezze sempre nuove, paure. Nessun sentimento è risparmiato in questo viaggio di crescita e il lettore cresce con la storia. Bernard sviluppa una narrazione molto empatica e al tempo stessa radicata anche dal punto di vista medico: TED, ABA, per esempio, acronimi di metodologie specifiche vengono narrate e esplicitate scientificamente e col filtro del vissuto personale conferendo un valore aggiunto a quanto espresso. I punti di vista che Bernard offre sono molteplici e si intersecano nel bene che si ricerca per Niccolò: i nonni, i genitori, i medici, le maestre, gli altri bambini, sono tutti sguardi sull’autismo che ci aiutano a immergerci in un’avventura umana profonda.

Il linguaggio variabile rappresenta un’ottima chiave di accesso: dal linguaggio confidenziale a quello medico specialistico, le parole costruiscono un ponte per arrivare al cuore dell’autismo e, soprattutto, di Niccolò.

Interessante è il lavoro fatto sui protagonisti, trasformandoli necessariamente da persone a personaggi perché la storia avesse una tessitura narrativa di impatto ma mantenendo l’autenticità di ogni personaggio, percepibile facilmente in chi legge.

Inoltre, Bernard è capace di dare voce anche a Niccolò attraverso i corsivi che nel testo rappresentano i suoi pensieri, utilizzando una seconda persona capace di inchiodare il lettore alla situazione. I corsivi credo sappiano veramente portarci nei labirinti di Niccolò e dei bambini con autismo. È in questi spazi che Bernard ci dà splendidamente il modo di vedere il mondo, le persone, i fatti, di percepire emozioni e eventi di Niccolò. Alcuni pensieri nei paragrafi in corsivo sono espressi con una simbologia particolare che, nel corso del libro, si sviluppano in base alle risposte di Niccolò all’esposizione terapeutica e al grado di confidenza con l’interlocutore.

Considero questa storia un libro molto importante, soprattutto per come si evidenzia l’importanza della diagnosi precoce nei disturbi infantili.

E’ un libro che resta addosso, soprattutto nei pensieri e nel modo più profondo che si acquisisce per guardare il mondo con uno sguardo più ampio.

Il libro in una frase

“Il pavimento si inclina all’improvviso e comincia a vorticare sotto i tuoi piedi, mentre intanto i ticchettii suonano sempre più veloci. Delle volte ricordano il suono che fanno i tuoi denti quando stringi la mascella.”

Erika Pucci

@erykaluna

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