“Prisma” [recensione libro]

“Prisma” (G. Morozzi, Tea, 2021)

Sinossi

Nel cuore di Bologna c’è un vicolo invisibile con una libreria “La boutique del mistero” curata da Vilo che sceglie con cura i libri rimettendoci gli incassi. L’eccentrico libraio per arrotondare lo stipendio, si dedica a delle indagini private aiutato dall’amico l’Orrido e da alcuni clienti del negozio. Il caso che caratterizza l’ultima opera di Morozzi riguarda la morte di un illusionista, Ludovico, durante la prova di un numero escape. Ad affidare l’incarico a Vilo è la bellissima e attraente sorella Zelda, sorella del defunto. Presto i sospetti cadono su Prisma, favolosa illusionista rivale del mago morto.

L’indagine si dipana così in una Bologna magica e misteriosa, “senziente e intelligente” dove oltre all’intreccio dell’enigma da risolvere, entriamo nella vita di Vilo, fra ironia, leggerezza e passaggi più sentimentali. Tutto ciò ci conduce nel finale inatteso dove l’illusione che pervade ogni sequenza del romanzo ha ancora la meglio su tutto il resto.

Note al margine

I romanzi di Gianluca Morozzi sono per me una scoperta molto piacevole degli ultimi mesi: l’autore sa scrivere con stile, ironia, stupore, dosando bene gli ingredienti e tenendo conto del gioco di complicità con il lettore.

L’ultimo romanzo “Prisma” mi ha colpito in particolar modo per il protagonista, Vilo, un personaggio reso molto bene dalla scrittura, credibile e capace di conquistare il pubblico per la sua complessità. Infatti è un personaggio molto sfaccettato il libraio detective intorno a cui viene costruita la trama del libro. Ispirandosi agli enigmi della camera chiusa, l’autore bolognese rivisita il genere, modernizzandolo e modellandolo col suo stile. Il tema dell’illusione è la chiave del giallo e più in generale delle vicissitudini in cui scopriamo l’esistenza e la personalità di Vilo. A differenza di altri libri di Morozzi, in “Prisma” ho apprezzato particolarmente la capacità di approfondire le zone d’ombra dei vari personaggi, in particolare del protagonista. E lo fa senza fare sconti, addentrandosi in temi complessi e ferite notevoli. Ci piacerebbe trovare nuovamente Vilo, così ammaliante e così coinvolgente nei prossimi libri dell’autore che conferma una maturazione stilistica nella padronanza degli strumenti che da sempre lo contraddistinguono: credibilità, ironia e la speciale leggerezza “calviniana” che caratterizzano le storie che ci dona.

Il libro in una frase

“Si possono amare due persone contemporaneamente, non c’è nulla di strano. “
“No, non c’è nulla di strano. Anch’io un po’ ti amo, ma in esclusiva”.

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