“La banda degli uomini” (Flavio Villani, Neri Pozza, 2021)

Trama

“La banda degli uomini” è l’ultimo romanzo di Flavio Villani, neurologo e scrittore, ambientato nel 1938 a Milano. La vicenda si svolge nel quadrilatero operaio tra via Porpora e Lambrate. È una Milano particolare quella in cui è ambientata la vicenda tra fervori operai socialisti e l’avvento definitivo del fascismo a un soffio dalla seconda guerra mondiale. Protagonista della vicenda è Carlin Parini, padre di cinque figli, operaio simpatizzante socialista la cui consorte cerca una vita dignitosa nella quotidianità coi figli. Una sera torna a casa malconcio e dopo poco muore. Già dall’autopsia le ipotesi di morte violenta causa omicidio prendono corpo e i due figli maggiori, Tommaso e Arturo, insospettiti, conducono un’indagine personale con alcuni amici fidati tra cui un meccanico ebreo. La loro storia si intreccia presto con quella di Osvaldo, reduce dalla Prima guerra mondiale coinvolto nel furto di un’opera d’arte “Susanna al bagno” di Hayez. Nella storia de “La banda degli uomini” si percepisce il fermento di un’umanità in cerca di un futuro migliore, di uno sogno per riscattarsi sullo sfondo di una città che cambia e del disastro bellico che incombe.

Note al margine

 Il romanzo di Villani colpisce molto per diversi aspetti che emergono in ogni pagina. Innanzitutto, la capacità di una ricostruzione storica e intensa di una Milano in mutamento, colma di contraddizioni e di ambivalenze. La fedeltà storica si coniuga con uno stile di coinvolgere il lettore grazie a dei personaggi ben strutturati e agli eventi tragici che continuamente li mettono alla prova. Gli scenari storici dalla morte apparentemente accidentale di Carlin all’opportunismo dei gerarchi si fanno paradigma di fatti storici che anche successivamente caratterizzeranno il nostro Paese. Oltre all’indagine avvincente, in cui gli esami autoptici rappresentano dei punti molto interessanti e approfonditi, c’è la storia umana di ogni personaggio che sa essere raccontata con lealtà ed efficacia. Il fattore umano così si interseca con quello storico, contribuendo a fornire un’opera che offre molteplici piani di lettura.

Tra questi  emergono sicuramente il mistero del quadro di Hayez e il ruolo dell’arte come elemento che si eleva al di sopra delle sconfitte, delle vite fatte di rinunce in cui tutti i personaggi si fronteggiano e che è, in senso più generale, la grande metafora della Seconda guerra mondiale a ridosso degli eventi dove tutti sono comunque sconfitti.

Il libro in una frase

“la morte può essere apparente, ma anche la vita, intuì vagamente”

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