Trama

“I miei stupidi intenti” è il romanzo di esordio di Zannoni Bernardo edito da Sellerio. E’ un racconto in prima persona che narra la lunga esistenza di una faina, Archy. Il romanzo inizia con la nascita del protagonista e dei fratelli, l’uccisione del padre, la crescita e la cura che a loro riserva la madre da sola. Fra gli animali vige la regola della sopravvivenza e del più forte. Comprendendo la debolezza di Archie, divenuto zoppo e quindi fragile, lo scambia con la vecchia volpe Salomon per una gallina. Inizia così per il protagonista un percorso di iniziazione e formazione, vivendo tutte le esperienze relazionali, dall’amore alle amicizie, dalla gioia alla delusione, dal pericolo alla varie prove che la vita riserva, come una vera e propria persona. Infatti gli animali della storia parlano, conducono gesti e vite molto umanizzate e le riflessioni e i gesti di Archy sono sempre meno animali.

Note al margine

“I miei stupidi intenti” è un romanzo d’esordio molto potente. Riferendosi alla grande tradizioni delle favole con animali parlanti, Zannoni ci regala la storia della faina Archi come metafora della parabola esistenziale dell’individuo. A modo suo è anche un romanzo di formazione che si esplica soprattutto nel rapporto con Salomon, vero e proprio maestro grazie al cui rapporto Archi cresce e gradualmente inizia a pensare come un umano anche dinanzi a temi molto forti come la caducità del tempo e la morte. Il romanzo, apparentemente con le sembianze di una favola, evidenzia la frattura tra animali e umani e il tentativo di Archi di superare questo distacco. La narrazione scorre con una lingua limpida e avvolgente, dal sapore talvolta biblico, tono adeguato per i grandi temi che da una riflessione remota e matura Zannoni porta: il confronto con la vita e la morte, la sopravvivenza nel bosco, la felicità, la crudeltà colte nel loro primordiale stato e impatto. La storia di Archy è una storia di quanta forza richieda vivere, amare, sopravvivere, con riferimenti alla grande letteratura dell’800 ma anche all’orwelliana “La fattoria degli animali”. Particolare bellezza è data dalle due cose più importanti che Salomon insegna alla faina coltivando la sua amara consapevolezza: l’esistenza di Dio e la letteratura come elementi capaci di dare valore all’esistenza di ogni giorno e strumenti per una vita piena anche se dal significato spesso incomprensibile. Un autore che esordisce con un romanzo denso e di grande impatto,capace di metterci dinanzi ai temi della morte, dell’amore e dell’infanzia con stile e incisività.

Il libro in un frase

“la curiosità mi prese la testa e l’angoscia lo stomaco, scivolai nella mia ignoranza, poco a poco, sempre più desideroso di liberarmene”

(Visitato 749 volte, 1 visite oggi)

Parliamo di Gadget Personalizzati: cosa sono e quando nascono

Un secolo di storia della vela al XVI Raduno Vele Storiche Viareggio