Atti di sottomissione (M. Nolan, NN editore, 2021)
Trama
“Atti di sottomissione” è il memoir della scrittrice Megan Nolan che sceglie una narrazione in prima persona per raccontare una storia profondamente femminile. L’io narrante, attraverso uno stile spigoloso, crudo e doloroso, ci porta negli abissi delle proprie quotidianità costituiti da atti di sottomissione e di disperazione quali tentativi di compensare mancanze. Autolesionismo, disturbi alimentari, violenze fisiche e sessuali, dipendenze affettive costellano le relazioni della protagonista, associate alla voce sempre più forte in cerca di autodeterminazione e vie di fuga.
La relazione posta al centro del racconto conduce la protagonista in una discesa agli inferi attraverso un crescente disprezzo di sé e le umiliazioni subite dal compagno Cioran in quella terra che sconfina tra passione e dipendenza. Il percorso della giovane donna che narra e ci coinvolge non è un percorso di salvezza, è un processo di consapevolezza sulla propria condizione e sulle scelte sbagliate effettuate nel corso del tempo e degli eventi. Non c’è redenzione ma solo uno sguardo che riesce a staccarsi per poter guardare a se stessi senza odio. La narrazione è spesso disturbante, l’autrice non ci risparmia tensioni emotive e narrative molto forti, senza cadere mai nel facile vittimismo. In questa ottica la storia si configura come uno strumento per investigare se stessi e attivare un dialogo con i demoni più scomodi e segreti.
“Amo la ragazza che ha fatto queste cose. La amo perché mi dispiace per lei e la capisco”.
Note al margine
Ho trovato “Atti di sottomissione” un libro molto coinvolgente seppur nella sua narrazione cruda, talvolta disperata. La tematica posta al centro ci sono la mancanza affettiva e i soprusi affettivi e fisici che ne possono scaturire. Ciò che è molto disturbante nel testo è sicuramente la stringente attualità che certe tematiche hanno nel nostro mondo: la questione sull’amore immeritato e le squilibrate compensazioni che ne conseguono non sono solo fotografie di un’affettività lacerata in cui il mondo femminile cerca di interrogarsi, ma una vera e propria analisi delle dinamiche interiori e relazionali che si innescano. “Atti di sottomissione” è un libro che si contraddistingue per voce narrante, tematiche e stile, una viaggio che, seppur doloroso, ci apre gli occhi su dolori e stili educativi che in qualche modo ci hanno influenzato nel nostro essere donne.
Il libro in una frase
Pensavo che l’amore di un uomo mi avrebbe riempito così tanto che non avrei avuto più bisogno di bere, mangiare, tagliarmi o fare di nuovo qualsiasi altra cosa al mio corpo. Pensavo che se ne sarebbe fatto carico al posto mio.
Erika Pucci