“La voce di Robert Wright” [recensione libro]

“La voce di Robert Wright” (Sacha Naspini, Edizione E/O)

Trama

Carlo Serafini è il doppiatore dia più di trenta anni di Robert Wright, famosissima star del cinema americano che inaspettatamente muore suicida. Per Carlo questo evento è un terremoto profondo: Robert Wright, con la sua carriera e i suoi film, è stata la bussola di tutta la sua esistenza professionale e privata. Con la morte dell’attore a cui ha dato voce i rapporti familiari e il contatto con la realtà si sgretolano fino al punto di non riuscire più a parlare. Così senza voce, Carlo osserva la sua vita passata e presente da una bolla di solitudine e dolore, cercando in modo quasi ossessivo di mettere in scena un personaggio nuovo, senza copioni né punti di ancoraggio: se stesso.

Note al margine

Sacha Naspini ci ha regalato ancora una volta un romanzo intenso, originale, dove la tensione narrativa e il gioco psicologico coi personaggi sono strumenti eccellenti per raccontare e tenere alta l’attenzione del lettore. In questo romanzo Sacha sa coniugare due fra gli aspetti principali della sua produzione letteraria: l’approfondimento dei personaggi e della “loro” realtà come ne “Le case del malcontento ” e “Nives”, la claustrofobica e stringente attenzione sulla psicologia e le relazioni dei personaggi. Il romanzo offre numerosi piani di lettura e punti di vista, grazie anche all’ambientazione tra teatro e cinema in cui la trama si dipana. E’ un gioco di specchi quello che Sacha mette in moto come accade nelle arti visive: Carlo si muove così negli atti della sua esistenza, dei suoi passati, della sua professione su un unico grande palcoscenico che è quello della sua realtà psicologica, spesso contraddittoria e confusa. Pagina dopo pagina con il crescendo dell’aspetto più collegato al mistery, la mente del protagonista si svela al lettore. In questo processo l’utilizzo della seconda persona singolare come strumento narrativo è assolutamente vincente: il protagonista si guarda da fuori, si guarda vivere, fino a perdere il contatto con la realtà e se stesso. Un romanzo molto emozionante, capace di far riflettere su numerose tematiche e che si interroga sul gioco della vita e delle parti che ognuno interpreta nelle varie fasi dell’esistenza.

Il libro in una frase

“quando accade qualcosa di straordinario la scelta dei compagni di viaggio è importantissima. Vi cadevate addosso come eletti. Tanto eravate travolti dal bello che questo straripava fuori da voi…”

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