Edi, Alberto, Silvano, Graziella, Sergio, Liliana: sono alcuni dei nomi stampati sui cartelloni espositivi della mostra “Nel Vento e nel Ricordo: storie di bambini ebrei nella Shoa nella provincia di Lucca” visitabile a tutti fino a sabato nella sala del Consiglio del Municipio di Pietrasanta. Storie di giovani e giovanissime vittime della Shoah raccontate agli studenti del Don Lazzeri-Stagi, durante la visita promossa dalla Presidenza del Consiglio Comunale, dalla Provincia di Lucca e dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea.
A fare gli onori di casa l’assessore alla pubblica istruzione Francesca Bresciani che ha portato i saluti del sindaco Alberto Stefano Giovannetti e della Presidente del Consiglio Paola Brizzolari: “Bisogna ricordare questo terribile capitolo di storia – ha detto Bresciani ai ragazzi delle classi 2 A e 2 BL – non solo in questa settimana ma tutto l’anno: ecco la raccomandazione che voglio farvi”. Ed ha trasmesso il messaggio della Presidente Brizzolari: “Lottate con ogni mezzo perché ciò che è accaduto non si rimanifesti mai più. Riflettete sul concetto di perdono e la sua importanza, per costruire una società più giusta e unita”.
“La Provincia di Lucca – ha ricordato ai ragazzi il consigliere provinciale Iacopo Menchetti – si è mossa attivamente per tutte le iniziative in corso in questo periodo, in collaborazione con l’Isrec. Qualcuno di voi, forse, riuscirà a riconoscere i luoghi delle foto: diventerete rappresentanti e costruttori della società e sarete voi i depositari dei valori della vita umana faticosamente conquistati nella storia, che rischiano sempre di essere messi in discussione”.
Alla vista degli elaborati grafici prodotti dai ragazzi del liceo, nei prossimi giorni esposti al Chiostro di Sant’Agostino e dai quali verranno prodotte mattonelle decorative per la Rsa di Villa Ciocchetti, il professor Carlo Giuntoli dell’Isrec non ha nascosto la sua emozione: “L’arte figurativa dà subito idea, sensazione, condivisione ed è capace di abbattere le frontiere e rendere libera la comunicazione”. Ha raccontato poi con grande passione dell’organizzazione logistica dei nazisti sul territorio provinciale: “Come storico – ha spiegato – la prima domanda è sempre capire il perché degli avvenimenti. Nello scontro politico è ‘normale’ criminalizzare l’avversario ma nel nazismo non è stato così: fu fatto un modello di uomo, chi non vi rientrava, andava eliminato. Non a caso le prime vittime furono i cittadini tedeschi che non corrispondevano a certi parametri fisici e questo prima dell’inizio della guerra”.

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ultimo aggiornamento: 28-01-2022


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