La Lettera di appello dell’Associazione Martiri di Sant’Anna di Stazzema per salvare l’istituto comprensivo Martiri di Sant’Anna

Cari politici, cari rappresentanti delle istituzioni regionali e provinciali, a voi che avete la facoltà di decidere del destino dell’Istituto comprensivo Martiri di Sant’Anna di Stazzema. Ci rivolgiamo a voi.

Come Associazione Martiri di Sant’Anna siamo pienamente convinti che anzitutto il nome di questo istituto scolastico dovrebbe farci tutti riflettere. Farci tutti soffermare un secondo, e riflettere ancora, prima di approvare qualsiasi atto decisionale.

Invece ci troviamo qui, oggi, a quasi 80 anni dalla strage di Sant’Anna di Stazzema, a dover sottolineare noi qualcosa che dovrebbe essere evidente, ma che così, probabilmente, non è. E allora proviamo a ricordalo di nuovo.

In questa vicenda, non possiamo distinguere la forma dalla sostanza. La forma è il decreto interministeriale del 30 giugno di quest’anno, che prevede la riduzione dell’organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi. La sostanza è che accorpare l’Istituto comprensivo Martiri di Sant’Anna starebbe a significare cancellare con un colpo di spugna questo nome, che intitola con un significato profondo questa scuola e questa istituzione scolastica fondamentale nel Comune di Stazzema. Così facendo sarebbe come trattare tutto ciò come un numero, o un nome come un altro. Eppure, a partire dalla Costituzione italiana, ma in generale dalla nostra cultura occidentale che ci erge a società civile, dovremmo essere ben consci che i simboli e i significati fondativi hanno assunto un valore di appartenenza alla nostra Patria italiana, così come alla nostra comunità europea, che ci fa differenziare da altre ancora presenti in tutto il mondo e ci distingue per i nostri valori.

Pensate che fare una battaglia contro l’intitolazione di una strada a qualche figura storica fascista sia tanto diverso che fare una battaglia perché un’istituzione non si sbarazzi in quattro e quattr’otto di un istituto comprensivo che porta un significato così profondo e virtuoso? Per affermare i valori della democrazia, quindi la libertà, l’uguaglianza, i diritti umani, c’è bisogno di respingere ogni presa di posizione politica autoritaria e totalitaristica, ma non indietreggiare di un centimetro su ciò che abbiamo conquistato a livello normativo, civile e culturale.

La superficialità con cui stiamo vedendo trattare la scuola di Stazzema (l’unica scuola di Stazzema), sede del Parco nazionale della Pace di Sant’Anna (l’unico parco nazionale della pace in Italia e in Europa), fa rabbrividire. Nessuna voce che si sia alzata, dalla Regione soprattutto, da un solo consigliere o assessore regionale, che avesse detto a chiare lettere che questo istituto comprensivo era da escludere da questo Risiko dettato da numeri, classificazioni e gli spiccioli che il Governo intende risparmiare a discapito della scuola. Fra l’altro con l’accorpamento dell’istituto scolastico stazzemese il risparmio sarebbe pressoché inesistente dato che già è gestito da un dirigente scolastico reggente. Nonostante ciò, non c’è stata una sola voce che abbia sottolineato che determinati baluardi simbolici della nostra nazione vanno salvaguardati e basta, senza se e senza ma.

Questa scuola, il lavoro quotidiano del suo corpo docenti, e i ragazzi che ogni giorno vi vengono formati in quelle classi di scuola d’infanzia, elementari e medie, è da considerarsi un tutt’uno con il delicato, lungimirante, paziente, e importante, lavoro didattico ed educativo che ogni giorno viene svolto nel Parco nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema e nel suo Museo storico della Resistenza.

Questa vicenda ci assomiglia, per analogia, e per la leggerezza con cui è stata trattata, all’aneddoto racchiuso nel noto sermone del pastore Martin Niemöller: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. In generale questo modello descrive l’apatia politica nei confronti degli altri e della giustizia, ma che in questo caso riconduciamo nei confronti di simboli e baluardi della democrazia che dovrebbero essere intoccabili per la nostra storia e la nostra cultura, e che invece oggi sembrano rappresentare l’inizio di un’erosione che non sappiamo dove ci porterà.

Per tutto ciò oggi l’Associazione Martiri di Sant’Anna sostiene la battaglia che sta facendo il sindaco di Stazzema Maurizio Verona e tutta la sua amministrazione comunale, per salvaguardare prima di tutto le fondamenta di un servizio (il servizio pubblico cardine di una comunità) che per territori montani come Stazzema è vitale. Secondariamente per salvaguardare tutto ciò che rappresenta l’Istituto comprensivo martiri di Sant’Anna di Stazzema.

Sant’Anna di Stazzema, 6 dicembre 2023

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