PRENDETEVI LA LUNA (PAOLO CREPET, MONDADORI, 2023)





IL LIBRO

“Prendetevi la luna”, ultimo libro del psichiatra Crepet, è impostato come una lunga conversazione fra generazioni sui temi piu scottanti dell’attualità. Il titolo ricalca una suggestione da afferrare nei momenti difficili e in quelli di gioia, è un invito a coltivare la speranza di un futuro migliore ma soprattutto a credere nella forza del desiderio.

Nella prima parte l’autore, attraverso numerosi esempi cerca di delineare il rapporto delle giovani generazioni con ciò che spesso è insidioso come l’utilizzo dei social e del digitale, ma anche nell’esaltazione degenerante  dell’assenza di dolore. La generazione Z, nativi come monadi digitali, soffrono così di mancate relazioni autentiche. Tre sono i poli intorno a cui ruotano le considerazioni di Crepet: la famiglia, la scuola e l’educazione, sottolinenando la responsabilità del mondo adulto e della comunità nel lasciare soli i ragazzi con le tematiche forti e quotidiane del loro vivere.

Nella seconda parte del libro, che ho trovato piu “luminosa”, propone alcune strade per poter “prendere” la luna come la musica e i viaggi. Un testo scorrevole e divulgativo, destinato al grande pubblico, ricco di esempi pratici tratti dalla cronaca, che completano le analisi e le proposte dell’autore.



Note al margine



Crepet è stato molto abile, in questa sua opera, a sottolineare l’indebolimento delle reti affettive come motore primo del senso di abbandono e noia che pervade la generazione dei piu giovani. Il punto di vista di Crepet, sebbene sia chiaro e univoco, non porta mai in campo il giudizio, proponendo un approccio analitico e propositivo. Interessanti sono anche le proposte che offre in sostituzione della solitudine e dello smartphone, come la possibilità di vivere le passioni nell’arte, per esempio a teatro.

E’ evidente come all’autore prema il tema dei giovani e della loro salute mentale, a partire dall’autoaccettazione in termini di debolezza e fragilità. Un libro che confronta generazioni e che consiglio soprattutto ai genitori e agli educatori perché offre uno sguardo approfondito e positivo sulle tematiche della generazione Z.



“La rabbia che ogni generazione accumula deve trovare una via, un linguaggio creativo, non uno sfogo in un atto necessariamente distruttivo”

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