La ricreazione è finita (D. Ferrari, Sellerio, 2023)

Il libro

“La ricreazione è finita” di Dario Ferrari, è un romanzo che racconta molte vite colte nell’attimo della giovinezza incompiuta. La prima storia riguarda Marcello, trentenne irrisolto, viareggino e studente di filosofia presso l’Università di Pisa. Ha una relazione conflittuale con il padre e di sopravvivenza con la fidanzata e la madre. Il suo sguardo disincantato sul proprio passato, presente e futuro emerge in ogni pagina del libro. Marcello fa parte di quei giovani dall’adolescenza prolungata che non appartengono, fin dai tempi del liceo, alla cerchia dei vincenti dai progetti ben definiti. Ha una sola convinzione: non voler finire a gestire il bar del padre. La sua narrazione, disillusa e ironica, culmina con la partecipazione al concorso per il dottorato di lettere che riesce a vincere “per caso”. Entrerà così nel mondo universitario da un’altra prospettiva, al seguito di eterni ricercatori, professori osannati, come Sacrosanti, suo riferimento accademico, e colleghi in eterna attesa di consolidare la propria posizione come Carlo. La ricerca per il dottorato proposta da Sacrosanti verte su Sella, autore versiliese su cui aleggiano molte chiacchiere in merito alla sua partecipazione attiva presso i gruppi terroristici della zona a metà anni Settanta. Da questo compito, suo malgrado, Marcello volerà per Parigi dove sosterà per alcuni mesi impegnato nell’archivio letterario e personale di Sella. Con un’atmosfera di studente Erasmus in grande ritardo, il protagonista scoprirà una città e un modo di vivere la cultura, il mondo accademico e la critica storica del tutto nuovi, grazie anche a Tea, giovane attivista. Sarà proprio lei che lo metterà in contatto con uno degli esponenti dei gruppi terroristici e che, come molti altri, aveva trovato rifugio in Francia durante il governo Mitternand e  che si intersecano con la sua ricerca di italianistica. A questo punto si apre un libro nel libro che riguarda la storia biografica di Sella, la percezione del terrorismo di estrema sinistra nella provincia toscana degli anni settanta, un’operazione dimostrativa sui dubbi e leggerezze prendono il sopravvento e che cambierà per sempre i destini dei partecipanti.

Dopo la ricerca, il protagonista ritorna in Italia, profondamente cambiato da quanto studiato, ma sarà un tragico evento riguardante Carlo e la scoperta di alcuni libri nella biblioteca di quest’ultimo a far comprendere pienamente a Marcello tutta la questione Sella, e non solo, con colpi di scena che determinano la fine della giovinezza per Marcello e l’entrata definitiva dell’adultità con un gesto e una presa di posizione audace e onesto.

Note al margine

Il libro di Ferrari è stato uno dei casi letterari del 2023, ha vinto numerosi premi ( Flaiano, Mastercard, libro dell’anno Fahrenheit) e riscosso un ottimo riscontro fra critica e lettori, per questo ho atteso qualche mese prima di leggerlo e devo dire che mi ha sorpreso.

Innanzitutto è veramente un libro “spassoso”: coinvolge, fa pensare, fa sorridere, incuriosisce e prende dalla prima all’ultima pagina. Lo stile è uno degli elementi vincenti dell’opera: fresco, ritmato, colto e al tempo stesso immediato. Trovo le ambientazioni, per altro in parte a me note, come la “viaregginità”, l’atmosfera austera dei licei, quella competitiva nel mondo del dottorato rese veramente con acume e capacità immersiva. Se Calvino è l’autore che in qualche modo aleggia nei capitoli e viene anche citato in modo significativo, calviniani sono molto aspetti del libro, in primis il rapporto che si instaura con il lettore nei “diversi” libri che compongono l’opera e che si distinguono per trama, stile, ambientazione. Abbiamo la Versilia, Parigi e Pisa, in cui si animano tre fasi diverse del protagonista e che corrispondono alle storie di tre giovani, lo stesso Marcello, Sella e Carlo, accumunati da diversi elementi e soprattutto dalla figura di Sacrosanti.

Trovo abile e, appunto, calviniana la struttura geometrica che ha l’opera fatta di simmetrie e incastri propri del miglior gioco della letteratura, in cui il lettore è chiamato in causa a ricostruire, cercare e indagare. Ci “intrufoliamo” così in qualcosa che inizialmente è un romanzo di formazione, per poi diventare un giallo storico e infine un memoir… tutto ciò è geniale!

Ma se Ferrari è un abile costruttore, non di meno emerge la sua capacità psicologica nel caratterizzare personaggi e emozioni, nel costruire un mondo narrativo così verosimile da mettere spesso dubbi a chi legge. E’ un paese delle meraviglie, sebbene i temi presenti (tradimento personale, lotta politica, delusione, suicidio, per citarne alcuni) siano profondi e toccanti. Un libro che si legge con piacere e che troverà posto nelle letture importanti di chi ama sorprendersi, scoprire e giocare con la letteratura.

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