Geografia di un dolore perfetto (E. Galiano, Garzanti, 2023)

Il libro

Pietro è il protagonista dell’ultimo romanzo di Enrico Galiano ed uno che la “spezzanza” l’ha provata e vissuta. Cosa è la spezzanza? La sensazione di vivere a metà, di essere spezzati, lasciatagli in eredità dal padre che lo ha abbandonato da piccolo e anche da Paco che gli ha fatto da secondo padre per poi andarsene anche lui. Pietro è un professore universitario affermato, genitore e compagno dalla vita apparentemente perfetta. Mentre è in vacanza, riceve una telefonata che lo costringe a recarsi a Tenerife, dove vive Paco ormai in fin di vita. Lungo il viaggio verso questo ultimo saluto, Pietro ripercorre la sua infanzia, la costruzione di una padre supereroe così distante dalla realtà, a cui aveva assegnato un mestiere particolare: l’esploratore. Così, fin dall’infanzia, la geografia diviene metafora esistenziale, costellata da esplorazioni, “punti dell’inaccessibilità” e stelle da raggiungere. Si configura così un viaggio fisico che diviene viaggio nella memoria nei luoghi emotivi in cui le ferite subite da bambino chiedono di essere guardate e ascoltate, fino a accettare il mutamento naturale di se stessi, nel prendere coscienza di essere figli.

Note al margine

Con grande delicatezza introspettiva e stile geniale, Galiano ci accompagna nei meandri dell’intimità più fragile: quella del rapporto padre figlio in un percorso di sensi di colpa, incomprensioni ma anche scoperte. La geografia con i suoi viaggi si fa metafora dell’esistenza, così come le persone sono paesaggi veri e propri, ognuno con le sue caratteristiche. In questo percorso, Pietro comprende a fondo la genitorialità come esperienza di fallimenti e successi, ma anche la complessità dell’essere figli. Fragilità e introspezione sono dosate da Galiano con sapienza di stile, da narratore maturo qual è, inframezzando la narrazione anche con aspetti ironici, senza cinismo. Seppure si senta il coinvolgimento dello scrittore in questa storia, è evidente quanto questo particolare non sia un limite ma uno strumento utile per rendere i personaggi veri e credibili. In questo viaggio focalizzato sul rapporto padre figlio, emerge il concetto di “spezzanza”, neologismo dello stesso autore, sensazione che ha radici in ognuno di noi e capace di divenire una risorsa quando la si riesce a guardare in faccia e a darle spazio fino a farla maturare come nostro punto di forza, come accade al protagonista.

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