L’ età fragile (D. Pietrantonio, Einaudi, 2023)

Il libro

Amanda, giovane universitaria, torna frettolosamente nel paese di originevicino a Pescara, a casa della madre Lucia, lasciando Milano.

La madre, narratrice delle vicende, comprende che qualcosa nella figlia è cambiato: ritmi sballati, chiusura totale verso il mondo, senso di impenetrabilità.

Vicino al paese ci sono i resti del Dente del Lupo, un vecchio campeggio proprietà dei genitori di Lucia, ora al centro di interessi economici da parte di speculatori. Agli inizi degli anni Novanta, quel luogo è stato scenario di un macabro fatto di cronaca nera: violenze e morte di adolescenti, con qualcuno che è sopravvisuto, qualcuno che per caso si è salvato, qualcuno che tragicamente ha smesso di vivere. Lucia, nel tentativo di stabilire un rapporto con Amanda, ripercorre così le tappe che hanno portato al dramma del Dente del Lupo, dove le esistenze, le amicizie, i rapporti e la stessa reputazione del paese, sono cambiate per sempre. Nel frattempo Amanda evolve, cercando un modo di superare il trauma subito a Milano impegnandosi in qualcosa di concreto sul territorio. Lucia nel frattempo scandaglia i suoi passati, tra sensi di colpa, inadeguatezze, fallimenti e riscatti, da figlia e da madre.

Note al margine

Un romanzo dedicato alle sopravvissute e alle loro ferite, attraverso cui la vita prende significato e senso. Questo è in sintesi il valore del romanzo di Donatella Pietrantonio che dirompe sulla scena con questo grandioso romanzo. La storia emoziona, fa soffrire, pensare, a tratti è persino disturbante, a tratti avvolgente: un turbinio di emozioni così simili alla vita vera. Le qualità che emergono in questa opera sono una grande sensibilità al servizio di una costruzione narrativa perfetta. La costruzione di Lucia scorre sul doppio binario presente e passato, fino al culmine della tragedia. I personaggi restano tutti impressi, figure difettose e piene di verosomiglianza colte nella loro immensa fragilità. I dettagli del libro sono cesellati com estrema cura: dalle indagini all’istruttoria, dai paesaggi ai toni delle diverse età e epoche rappresentate.

Lo stile è ineccepibile, una prosa scaltra, ricercata, dalla grande capacità introspettiva. In questa lunga analisi delle fragilità e delle età, costellate da eventi passati nutriti di violenze, colpe, segreti, che si innestano su un presente incerto.

La vicenda, narrata durante il lockdown del 2020, è un feroce e necessario confronto fra generazioni ( il padre di Lucia, Lucia e Amanda) attraverso il potere salvifico e al contempo malefico delle parole e dei silenzi.

in tutte le pagine un senso di angoscia pervade per quell’ idea illusoria di essere immuni al male.Nonostante tutto ciò, la storia de “l’età fragile” fa intuire una luminosa possibilità dove tutto possa tornare a posto con rinnovato significato e mutevolezza profonda. Straordinario.

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