“Se camminare fa troppo rumore” (G. D’Urso, Il ramo e la foglia ed. 2024)
Il libro
“Se camminare fa troppo rumore” di Giusi d’Urso è il racconto frammentario e doloroso di una donna che cerca di ricomporre i propri pezzi. Ma da dove provengono questi pezzi? Sono ricordi, considerazioni, stralci di dialoghi terapeutici a cui la protagonista cerca di dare un senso attraverso la narrazione. Il passaggio all’età adulta con le sue complicazioni e i traumi specifici della famiglia su cui è posta l’attenzione, è di certo l’elemento chiave e di svolta in questo libro che spicca per originalità, empatia e linguaggio. Un romanzo forte che porta a scoprire, pagina dopo pagina, il dramma di vivere in una casa dai rapporti disfunzionali e quanto questi incidano nella formazione della personalità e delle scelte. Pisa è la città in cui è ambientata la vicenda, ma è più di uno sfondo: è il luogo in cui tutto emerge e in cui tutto viene respinto.
Note al margine
L’opera di Giusi d’Urso mi ha colpito subito per lo stile: una prosa asciutta eppure ricercata, un ritmo scalpitante eppure denso. Con questa maestria l’autrice sa portare il lettore dentro alla storia drammatica che si forma pezzo dopo pezzo dalla voce della protagonista.
L’attenzione all’età dei cambiamenti e all’influenza di un contesto familiare dove patriarcato e follia si impongono, tesse un’analisi delle conseguenze esatta e piena di calore. Nelle parole dell’autrice non c’è mai giudizio e freddezza, ma soprattutto volontà di capire in un percorso di consapevolezza arduo e necessario.
È un romanzo che emoziona e scuote, di straordinaria attualità. Inoltre, da amante e frequentatrice della città di Pisa, rappresentata come ostile e poco accogliente, ho riscontrato in ogni caso nelle parole di Giusi quel sapore amaro che caratterizza l’ingresso in una nuova realtà sociale e geografica e i tentativi, spesso disperati, che si attuano per adattarsi, talvolta tradendo se stessi.
Un romanzo potente, da leggere assolutamente.