Bocca di strega (S. Naspini, Ed. E/O, 2024)

La storia

Nella Tuscia selvatica e avvincente si svolge la nuova storia di Sacha Naspini, autore maremmano di grande esperienza tradotto in moltissimi paesi. “Bocca di strega” è un romanzo che ci porta allo scontro fra due bande di tombaroli nell’Italia degli anni Settanta quando ancora le leggi sul patrimonio artistico non erano definite e esaustive. Intorno alle città etrusche di una Maremma depredata, circolano interessi miliardari per quanto riguarda il commercio clandestino di reperti archeologici. Da Populonia il traffico raggiunge il centro nevralgico di Roma per poi espandersi in tutto il mondo con quella “febbre dello scavo” che ha interessato la Val di Cornia in quel periodo per arricchire il prestigio di numerosi musei. Il punto di vista è quello di chi il commercio illegale lo rende florido e questo aiuta il lettore a entrare nella tematica principale del romanzo. Guido Sacchetti è il tombarolo per eccellenza, quello più temuto e importante, esperto e senza scrupoli. Un personaggio ben delineato che conquista, malgrado tutto, l’interesse del lettore e il cui potere verrà trasmesso, dopo la morte sospetta della moglie, al figlio Veleno che coltiva l’ambizione di sbarcare in America.

Sarà sempre la legge dell’amore a muovere le fila di questo scontro tra bande?

Note al margine

A Sacha Naspini si deve il piacere di aver riportato la storia degli scavi archeologici e del commercio di reperti centrale nella narrativa più recente. Questo ha permesso di addentrarsi nel cuore della Tuscia, che non è solo un’ambientazione geografica, ma un luogo mitico e realistico al contempo ricco di suggestioni antiche e moderne. Lo stile ironico e netto di Naspini trascina il lettore in questa storia avvincente e avvolgente, capace di incuriosire pagina dopo pagina. La prosa scorre fluida e uno dei punti di forza sono i dialoghi così veraci e ben ritmati, con un lessico adatto ai personaggi, capaci così di racchiudere l’essenza della vicenda. I personaggi sono connotati con maestria e sebbene diversi e variegati, c’è il filo rosso del rischio che li unisce: quello dello stare sempre in bilico tra fallimento e ambizione, commedia e tragedia, che poi è la dinamica della vita umana. Un libro a cui si deve l’aver dato voce all’Italia depredata in modo selvaggio e losco dei suoi tesori, con una storia scandita con vivacità e inventiva.

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