“Infanzie” (M. Longo, ed. Progedit, 2024) 

La storia, anzi le storie. 

Il libro di Mariano Longo “Infanzie” edito da Progedit nel 2024 è una raccolta di racconti brevi in cui vengono tratteggiate tante tipologie di infanzie particolari. Sono racconti su bambini fuori dalle righe, inconsueti, spesso relegati in un mondo tutto loro. Agli occhi degli altri appaiono spesso stralunati, eppure il loro sguardo che emerge dalla narrazione di Longo, può essere davvero illuminante per chi li incontra, sulla carta o nella realtà. Varie sono le epoche in cui sono ambientati i racconti, dagli anni Sessanta in poi e lo si comprende dagli oggetti che come correlativi divengono segni ed emblemi di un’epoca. Le situazioni descritte sono spesso complesse, soprattutto per quanto riguarda la relazione tra i bambini e il mondo circostante, ma in ogni storia c’è spazio per i sorrisi e la voglia di farcela, tra amore e sofferenza. 

Note al margine 

I racconti inseriti in questa raccolta hanno in comune lo sguardo di chi li racconta, uno sguardo nitido capace di interrogarsi e collocare la complessità delle personalità dei bimbi in uno sforzo di comprensione ed empatia. Lo stile è scorrevole e lo paragonerei agli acquerelli: con poche pennellate Longo riesce a far emergere i mondi non facili dei protagonisti, portando nelle parole tutte le sfumature dell’infanzia. 

Ho trovato interessante raccogliere storie che attraversano gli ultimi sessanta anni della nostra storia, a conferma che i “bimbi difficili”, “gli stralunati”, “i ribelli” sono sempre esistiti e sempre c’è stata una lotta perché il loro modo di stare al mondo, strano per la maggior parte delle persone, sia scomodo e inconsueto. Eppure nelle parole di Mariano Longo, la stranezza viene vista come uno sguardo alternativo capace di allargare gli orizzonti e suscitare una comprensione maggiore e divergente della realtà. Un libro molto veritiero in cui hi riscontrato tante situazioni vissute e incontrate nella mia esperienza di maestra. E credo anche che possa essere uno strumento interessante nelle scuole, soprattutto per l’approccio verso le infanzie strane, ma anche un libro divulgativo capace di attrarre lettori per l’originalità e l’onestà intellettuale del tema. 

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Jenna Chew e Stefano Busà insieme per THE BURN OF THE FIRE