“La Malacarne” (B. Salvioni, Einaudi, 2024) 

La storia 

Beatrice Salvioni ha esordito con “la Malnata” ed in questo nuovo romanzo, “la Malacarne” , continua l’indagine nell’Italia fascista raccontandola dal punto di vista femminile, quello di Francesca e Maddalena, ragazze inquiete e ribelli, amiche unite da un legame speciale e indissolubile. 

Francesca da quattro anni non ha più notizie di Maddalena, nel frattempo è scappata di casa e si è trasferita da Noè, con grande dissenso della madre. Maddalena torna dopo essere passata dall’esperienza del manicomio e non è più la stessa. Intanto l’Italia è entrata in guerra e c’è da sopravvivere alla fame, ai tradimenti, ai soprusi, alle bombe. E, soprattutto, c’è da decidere da che parte stare. 

Note al margine 

Il secondo libro della Salvioni è collegato al primo, ma si riesce  a leggere bene e entrare nella storia anche senza aver letto “la Malnata”. La vera protagonista di questa storia, come sottolinea il titolo “La malacarne”, è la carne sbagliata. 

Nascere in un corpo in cui non ci si riconosce. Abitare una follia che ci domina. Stare dalla parte sbagliata della storia e si sa, durante le guerre, la carne è ciò che non vale niente. Ne sono prova  le numerose vittime e i continui soprusi e le frequenti scellarete violenze, le esecuzioni sommarie. In tutto questo si muove il rapporto tra Maddalena e Francesca, un rapporto intenso che va al di là della semplice amicizia, in tempi in cui tutto ciò era impensabile. Di certo le giovani protagoniste sono capaci di discorsi e pensieri estremamente moderni, nella forma e nel contenuto, come se durante la Resistenza ci fossero i semi di una emancipazione utopistica (come dice un passaggio del libro durante la guerra era permesso tutto, finita la guerra ci sarà la restrizione delle libertà). La storia prende ritmo a metà romanzo dove colpi di scena e il fuoco vivo della lotta interna prende piede. Lo stile geniale dell’autrice, a tratti esplosivo, è la vera forza del romanzo. Nella storia c’è l’evoluzione delle due protagoniste, che si traduce fattivamente con un continuo scegliere da che parte stare, come opposizione al fascismo e al patriarcato. Una storia avvincente con uno stile inconfondibile.

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