Elogio dell’ignoranza e dell’errore (recensione libro)

Elogio dell’ignoranza e dell’errore (G. Carofiglio, Einaudi, 2024)

Il libro

In un’epoca di ignoranza dilagante e arrivismo elevato a valore sociale, il titolo dell’ultimo libro di Gianrico Carofiglio “Elogio dell’ignoranza e dell’errore” (Einaudi, 2024) sicuramente incuriosisce.

L’operazione che l’autore ed ex magistrato compie attraversa i  grandi pensatori della storia da Machiavelli a Sandel, per approdare ai miti dello sport come Federer ma anche dello spettacolo e della scienza fino a attingere al patrimonio dell’esperienza personale e collettiva. Queste due parole, ignoranza ed errore, sono oggi inserite in un campo di pensiero negativo. Eppure, attraverso l’esperienza e gli aneddoti inseriti, tempestato da una sapiente ironia, lo scrittore induce alla riflessione su come dall’ignoranza consapevole e dall’errore inteso come opportunità, possano nascere percorsi interessanti e costruttivi.

Le storie raccolte in questo breve e agile saggio sono proprio centrate su come trarre profitto dagli errori e dal percorso di conoscenza della propria ignoranza.

L’errore, partendo dal contesto giudiziario, ha a che fare con innocenza e colpevolezza e in un certo modo molti stili educativi ricalcano questo binomio.

È invece nel concetto giapponese di “Shoshin” che l’errore è rivalutato perché considerato un’apertura verso l’arte di saper cadere, di improvvisare, di darsi la possibilità di sbagliare. Tale concetto è in contrasto col pensiero diffuso del fallimento come stigmatizzazione negativa dell’esistenza in un concetto valutativo fondato sulla prestazione.

Note al margine

Con uno stile puntuale e accattivante Carofiglio ci offre un saggio agile e interessante per uso personale ma molto utile anche nel campo dell’educazione e dello sport. Dall’errore possono nascere opportunità interessanti e stimoli per migliorarsi e dare spazio alla curiosità come sale di ogni giorno.

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