Sembra che presto annegherò (Filippo Ronca, ed. Mondadori)
Il libro
Romanzo d’esordio di Filippo Ronca, copywriter e allievo della scuola di scrittura diretta da Paolo Nori, “Sembra che presto annegherò” è un libro che lascia il segno per originalità, costruzione narrativa, scelta dei registri linguistici utilizzati.
Al centro della vicenda narrata in prima persona dal protagonista Manfredi, c’è la storia d’amore finita con Antonia, una relazione importante e che mette in discussione tutta l’esistenza dell’io narrante. Manfredi si trova a dover ricostruire la propria esistenza facendo i conti con le mancanze e ciò che il tempo vissuto con Antonia ha rappresentato per lui. Sullo sfondo una Biella inedita, quasi acquatica come evoca il titolo. In uno stato di nostalgia e tentativi vani di ripresa, Manfredi parte per una vacanza su una barca a vela, dove, tra rotte da trovare e un naufragio, si imbatte con una nuova strada di coscienza di sé. Riuscirà a riafferrare la propria esistenza, con o senza Antonia?
Note al margine
Ho trovato la scrittura di Filippo Ronca intensa, precisa, altamente poetica e musicale: questo rende il romanzo una sinfonia vera e propria capace di prendere il lettore per mano e condurlo nel vortice acquatico della storia. Metafore, immagini e suggestioni animano la scrittura in modo funzionale e mai come vezzo estetico. Lo stato emotivo del protagonista, l’assenza, il dolore per la fine di una relazione importante, la frustrazione di non riuscire a rimettersi in gioco, sono narrati con grande credibilità e senza vittimismo in una Brescia insolita che non è solo uno sfondo della vicenda, ma una realtà che interagisce attivamente col protagonista. Seppur ambientato al mare solo in minima parte, “Sembra che presto annegherò” è un romanzo di mare, in cui naufragi, apnee, onde anomale reali e metaforiche sono una presenza costante che modella la trama e lo sviluppo del personaggio.
È un romanzo sull’amore come assenza e sul ritorno, dove le atmosfere dall’Odissea all’Infinito, trapelano come topos intramontabili. C’è un tocco delicato eppure deciso nella penna di Filippo Ronca quando si barcamena nell’introspezione avvolgendo il lettore in una storia che si sorregge non tanto sulla trama ma sul flusso di coscienza ben architettato e efficace. I temi complessi che nel romanzo si dipanano come la sofferenza e l’abbandono, sono mitigati dall’atmosfera onirica e poetica che permane l’opera. Un romanzo intenso che nutre il piacere di leggere, di pensare, di avventurarsi.