CAMAIORE. “In un momento storico-politico come quello che stiamo vivendo, più che le parole, anche se scritte, valgono i fatti. Avendo avuto parte attiva di primo piano nelle amministrazioni comunali degli ultimi 10 anni in qualità di consigliere Comunale e Capogruppo delle forze politiche più rappresentative in quanto a consensi ricevuti, credo di avere moltissimi fatti da elencare”.
Lo scrive Alberto Matteucci, candidato sindaco per il centrodestra a Camaiore. Una risposta al “documento etico per i candidati” proposto da Alessandro Del Dotto (centrosinistra) e firmato anche da altri candidati sindaco. Il patto con i cittadini, per Matteucci, è rappresentanti dal programma. “Il programma amministrativo allegato alla presentazione della candidatura a sindaco – scrive Matteucci – è il vero documento che impegna con i cittadini. I vari punti enunciati nella cosiddetta “carta di identità del Sindaco di Camaiore”, sottoscritta dai miei avversari, sono pieni di ovvietà e di concetti già previsti dalle norme di legge vigenti. Per quanto riguarda gli incarichi professionali, ho da tempo dichiarato che rinuncio a tutti quelli che in qualche modo sono in contatto con il Comune di Camaiore, anche se consentiti dalla legge. Quanto all’ultimo punto, stendiamo un velo pietoso. Si ipotizza la possibilità che dirigenti prezzolati o intimiditi producano atti illegittimi, che nessuno controlla, avallati anche dal Segretario Generale, dal Collegio Sindacale e persino dalla Corte dei Conti? Siamo seri: e il ruolo dell’opposizione qual è allora se non anche quello di controllare e segnalare eventuali forzature o scelte giudicate sbagliate agli organi di controllo, dalla legge deputati a questo? Come sempre si cerca di distrarre l’attenzione dei cittadini dalle cose veramente importanti, con le solite dichiarazioni che grondano demagogia e retorica”.
“Io sono persona concreta – conclude Alberto Matteucci – e, insieme alla coalizione che si è costituita intorno alla mia candidatura, lavorerò affinchè le parole scritte nel programma amministrativo diventino fatti, dialogando con i cittadini e stimolando la loro partecipazione alle scelte di fondo”.
Il documento, oltre che da Alessandro Del Dotto, è stato firmato da Fabio Pezzini, Riccardo Micheli, Francesco Ceragioli e Patrizia Gemignani.
