CAMAIORE. “Cultura riserva indiana per nomine e clientelismi…vari. Il rilancio dell’offerta culturale di Camaiore passa attraverso il “taglio” della Fondazione Città di Camaiore che costa ai contribuenti 260 mila euro all’anno, e del contratto di affitto di Villa Cavanis ma anche del rinvigorimento del Premio Letterario di Poesia e della creazione di un vero e proprio sportello di promozione turistica che sappia “vendere” il territorio, il suo centro storico ricco ed affascinante, le sue caratteristiche e le sue peculiarità enogastronomiche. “Anche l’enogastronomia è cultura”: così spiega la sua proposta Riccardo Micheli, candidato a Sindaco per Futuro e Libertà per l’Italiapronto a mettere mano pesantemente al riassetto di gestione del settore cultura.

Secondo Micheli si “è speso troppo, e troppo male: prendiamo la Fondazione Città di Camaiore. E’ un ente che costa ai camaioresi 260 mila euro l’anno, una cifra mostruosa paragonata al rapporto costi-benefici. Ogni euro speso ha portato forse 10 centesimi al territorio. Va chiusa: ha dimostrato di essere strumento inefficace costruito soltanto per elargire poltrone”.

Dalla chiusura della Fondazione e dalla revoca dell’affitto di Villa Cavanis, l’amministrazione comunale risparmierebbe “quasi 500 mila euro – sottolinea Micheli – Villa Cavanis costa ai cittadini 240 mila euro l’anno. Ma poi a chi serve? E a cosa serve? Un po’ troppo salato come affitto per l’utilizzo che ne fa l’amministrazione. Spediamo quei soldi meglio, nella cultura che porta ricchezza al territorio”.

 Micheli salva, anzi, rilancia, il ruolo del Premio Letterario Camaiore che imprime al territorio una forte connotazione culturale e visibilità nazionale. “Un premio che porta il nome della nostra città – spiega – che la esalta e la valorizza nel migliore delle accezioni. Quella culturale”. Il candidato di Gianfranco Fini pensa ad un riassetto interno per ottimizzare risorse e sfruttare le professionalità del territorio: “Abbiamo un ufficio cultura che ha, al suo interno, competenze e risorse umane importanti. Utilizziamole, valorizziamole, sfruttiamole. La Fondazione, come Villa Cavanis potevano essere strumenti importanti per il territorio ma sono finiti nel diventare strumenti di clientelismo selvaggio, ed una spesa che si è rilevata, e mi spiace sottolinearlo, davvero inutile. Credo – conclude Micheli – che ci sia bisogno di investire di più in cultura, ma meglio. Ogni euro investito deve riportare indietro almeno un altro euro. La ricchezza si crea investendo, non buttando via il denaro. La cultura, la dove è stata usata bene, è strumento di promozione, valorizzazione e ricchezza di un territorio. Non è un portafogli senza fondo”.

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