VIAREGGIO. Per un giorno si possono mettere da parte le tante lacrime versate per la recente sconfitta nella finale dell’Europeo contro la Spagna, lasciando spazio al ben più piacevole ricordo del mondiale 2006 vinto esattamente sei anni fa.

L’ultimo rigore, quello di Fabio Grosso, la testata di Zidane a Materazzi, milioni di persone in delirio che per tutta la notte fecero festa in tutte le piazze italiane: istantanee di un pezzo di storia che non si può e vuole dimenticare per alcun motivo.

Era l’Italia di capitan Cannavaro, del gladiatore Materazzi, del bomber Luca Toni e dei vari Buffon, Pirlo, De Rossi, Camoranesi, Perrotta, Gattuso, Del Piero, ma, soprattutto, era l’Italia di Marcello Lippi.

Accettò la sfida di prendere il timone della Nazionale dopo aver vinto tutto, in Italia, in Europa e nel mondo, con la Juventus. Una sfida che vinse rispedendo al mittente tutte le critiche che piovvero, copiose, sopra la sua testa.

Ma i viareggini, si sa, sono gente dura che non usa troppi giri di parole per dire quello che pensa: ecco perché Lippi ha sempre diviso un po’ tutti, almeno sotto questo punto di vista.

Il 9 luglio di sei anni fa l’Italia salì sul tetto del mondo per la quarta volta nella sua storia. A portarcela fu un viareggino. Uno dei quei personaggi che hanno contribuito a rendere grande il nome di questa città e a farlo conoscere in giro per il mondo. Per questo, c’è chi continua, giustamente, a rendergliene merito.

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