(foto Marco Pomella)
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CAMAIORE. Non solo si è mostrato disponibile, incontrando tutti i rappresentanti del comitato spontaneo sorto a Valpromaro per contestare la chiusura dell’ufficio postale del paese. Ma il sindaco di Camaiore, Alessandro Del Dotto, c’ha messo anche il carico. “Noi stiamo cercando di parlare con Poste Italiane da settimane. E il 3 settembre avremo con loro una riunione. Vogliamo fargli capire l’importanza di quell’ufficio per il territorio. E siamo disponibili anche a concedere gratis l’immobile comunale che oggi ospitano pagando un affitto. Ma sia ben chiaro: se la situazione non si sblocca – ha aggiunto Del Dotto davanti i cittadini – io stesso, che sono correntista a Poste Italiane, sono pronto a chiudere il conto. E come me credo molti altri…”.

Insomma il sindaco non ha certo accettato il consiglio che, come il primo cittadino stesso ha rivelato, gli era stato dato da un vertice di Poste Italiane: “non alimentare proteste”. Lui infatti, semmai, ci si è messo in testa a questa protesta, assieme al suo collega di Massarosa, Franco Mungai.

Del resto di fomentare la protesta non c’è certo bisogno. La scorsa settimana i residenti di Casoli hanno protocollato la loro petizione. Questa mattina (8 agosto) la stessa cosa hanno fatto i residenti delle Sei Miglia. Più di 650 firme a sostegno

(foto Marco Pomella)
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del loro appello per non chiudere, anzi semmai migliorare e potenziare, l’ufficio delle poste di Valpromaro.

In piazza prima e in municipio poi sono arrivati tanti cittadini, tanti rappresentanti delle singole frazioni collinari, da Vapromaro e da Fibbialla, da Fibbiano e da Santa Maria Albiano e via dicendo. Tra loro molti anziani, e persino una signora costretta sulla sedie a rotelle. “Per noi anziani chiudere quell’ufficio è un disastro. Come facciamo ad andare a San Martino in Freddana o a Camaiore? Qui in paese un passaggio si trova, ma per arrivare in centro, senza mezzi pubblici adeguati, saremo costretti a prendere il taxi, e con la pensione non possiamo certo permettercelo”.

Tra i manifestanti però anche tanti giovani. “Già nelle Sei Miglia non c’è nulla. Se chiudono anche le poste – dicono – strozzano quel poco di vita sociale che è rimasta nei paesi. Una cosa è certa, noi non ci fermeremo qui. E se necessario avvieremo anche contenziosi giudiziari”.

Anche lo stesso sindaco Del Dotto ha fatto capire qualcosa di simile. “Speriamo di risolvere tutto nella riunione di inizio

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settembre. Ma come Comune ci stiamo già muovendo per studiare il contratto di servizio con il Ministero delle TeleComunicazioni. Non escludiamo affatto, in caso di chiusura degli uffici postali, di poter ricorrere per vie legali”.

Il sindaco, ricevuta la petizione, ha garantito che sarà inoltrata, con una sua lettera di presentazioni, a tutti gli organi istituzionali, a partire dalla Presidenza della Repubblica.

Presenti all’incontro anche Gerardo Santini, consigliere comunale di Sel, e Giuseppe Bartellini, rappresentante del Psi.

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ultimo aggiornamento: 08-08-2012


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