VIAREGGIO. “Che dite di cambiare il Carnevale in una sfilata di flagellanti con la maschera di Savonarola e le scarpe di Prada?”. La proposta, ironica – ma quanto, in realtà? -, appare decisamente in linea con il personaggio. Ma Gilbert Lebigre, carrista del Carnevale nonché campione in carica della prima categoria assieme all’inseparabile moglie Corinne Roger, non l’ha tirata fuori dal cilindro per caso. È con questo pensiero, pubblicato sul suo profilo di Facebook, che il costruttore italofrancese ha voluto rispondere alle critiche sulla mancata visibilità della Ballerina, la sua Ballerina, al Gran Premio di Formula Uno di Singapore.

“Josette (il soprannome dato alla Ballerina costruita nel 2004, ndr) è rimasta chiusa sette anni in un container”, ricorda Lebigre. “Adesso creiamo degli eventi, uno spettacolo senza alcun costo per Viareggio e, anzi, accolandosi dei costi noi stessi, otteniamo un successo, si aprono orizzonti e prospettive e cosa leggiamo? Siete proprio impagabili. Suscitate una risata senza fine.”

Nei giorni scorsi, sui social media e sui vari siti, in molti avevano ironizzato sul fatto che in tv, durante il Gran Premio di Formula Uno, la Ballerina non fosse stata inquadrata. “Qual è il ritorno di immagine per il nostro Carnevale?”, si domandava qualcuno.

Ecco, allora, che Lebigre fa un resoconto dell’esperienza in Estremo Oriente, utilizzando ancora una volta l’arma dell’ironia. “Katy Perry, i Maroon 5, le Bananarama e Josette del Carnevale di Viareggio, così come tutte le altre manifestazioni collaterali, hanno deciso di fare una petizione perché durante la gara non sono stati ripresi e sono stati visti solamente nei video ufficiali, sulla Cnn, sui giornali e media di Singapore, sui manifesti, nei comunicati ufficiali e dal piccolissimo pubblico dello spazio di Padang.”

Quelli di Lebigre sono comunque gli ultimi, in ordine di tempo, di una lunga serie di commenti sull’operazione Ballerina e, più in generale, sulla situazione del Carnevale che stanno avendo luogo su Facebook. Il mascheratista Libero Maggini lo aveva già sottolineato: da molte settimane si assiste ad un continuo scambio di discussioni quasi esclusivamente su internet. Frattanto, con oggi, mancano esattamente quattro mesi – più un giorno – al 27 gennaio, data del primo corso mascherato.

Ma torniamo alla Ballerina. Molti, legittimamente, si domandano quali saranno i benefici economici e il ritorno d’immagine per Viareggio e il suo Carnevale. Forse, però, sarebbe giusto domandarsi anche quale sia esattamente l’immagine che la città sta mostrando al di fuori dei propri confini – i siti web dedicati a Viareggio, fino a prova contraria, sono visibili in tutto il mondo – in un momento come questo contrassegnato, appunto, da allusioni, frecciatine e discussioni (troppo) accese su internet.

Un’osservazione, infine, sorge spontanea. Criticare l’attuale gestione del Carnevale, pensare all’operazione ballerina come ad una semplice gita di piacere per i rappresentanti di Palazzo delle Muse e domandarsi in base a quali fattori tali ‘ambasciatori’ siano stati scelti è un esercizio lecito e, forse, anche condivisibile. Eppure a Viareggio non si ricordano le stesse levate di scudi per i viaggi in rappresentanza del Carnevale di Viareggio all’epoca della presidenza Tofanelli a Patrasso, in Grecia, o a San Juan de Pasto, in Colombia, i cui (non) risultati appaiono abbastanza evidenti. E che dire dell’annuncio della possibile presenza di un carro viareggino a New York per il Columbus Day nel lontano 2005?

La sensazione, insomma, è che anche il Carnevale, come la politica, sia stato pervaso da quella mentalità, tipica del tifoso più becero, secondo cui ci si debba necessariamente schierare dalla parte di qualcuno e criticare l’avversario, qualsiasi cosa faccia. In un momento così difficile, invece, occorrerebbe maggior sportività.

Il Carnevale ha molto in comune con i valori del tifo, quello sano: l’amore per Burlamacco, al pari di quello per la maglia della squadra del cuore, dovrebbe andare oltre le differenze sociali e le appartenenze politiche. E in questo momento è davvero necessaria l’unità d’intenti, da parte dei soggetti in causa ma anche della città intera. Perché il tempo stringe. E, volendo citare una delle più belle costruzioni apparse sui viali a mare, il tempo non si può fermare.

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