Foto sportellodeidiritti.org

VIAREGGIO. “Lunedì 12 novembre presso il Tribunale di Roma si è conclusa – ci auguriamo definitivamente – la vicenda di Dante De Angelis, macchinista Fs e Rls licenziato ad agosto 2008 per la seconda volta, reintegrato a ottobre del 2009 ed, infine, riconfermato al lavoro dopo che Trenitalia ha ritirato il ricorso in Appello. Molti di noi hanno avuto modo di conoscere Dante in questi anni, dopo la strage del 29 giugno 2009: è venuto numerose volte a Viareggio per esprimere solidarietà e sostegno ai familiari, ai ferrovieri e ai cittadini impegnati per la sicurezza, la verità e la giustizia. Il fatto che sia stato riconfermato al suo posto di lavoro è per noi motivo di soddisfazione perché Dante è persona onesta, sincera e giusta.” Lo scrivono, in una nota, l’Assemblea 29 Giugno e l’associazione Il mondo che vorrei.

“Sulla vicenda di Dante le Ferrovie dello Stato hanno cantato vittoria con un comunicato in cui sottolineano che ‘De Angelis non ha mai messo in discussione lo stato di sicurezza delle ferrovie italiane. Il macchinista di Trenitalia sottoscrive una dichiarazione che ristabilisce la verità dei fatti’.

“È inaccettabile che chi informa, denuncia, lotta, e si spende in prima persona su diritti inviolabili come sicurezza e salute, sia costantemente sotto pressione, intimidito, minacciato, sanzionato con multe, sospensioni, licenziamenti, e si stravolga la realtà pur di farlo passare dalla ragione al torto.

“È inaccettabile che il gruppo dirigente delle ferrovie, con alla testa l’amministratore delegato Moretti, attraverso simili rappresaglie contro i ferrovieri impegnati sulla sicurezza faccia carte false pur di passare dal torto alla ‘ragione’.

“È inaccettabile ricattare i lavoratori con la minaccia della perdita del posto di lavoro e pretendere “passi indietro” rispetto alla battaglia sulla sicurezza. Non hanno rispetto né per le vittime e i sopravvissuti di Viareggio, né dei 34 lavoratori che dal 2007 ad oggi sono morti sui binari, né dei viaggiatori e dei ferrovieri infortunati anche mortalmente a causa delle porte killer.

“Il sangue continua a scorrere in ferrovia, alla faccia della sicurezza: è questa l’unica verità dei fatti. Altro che cantar vittoria… Se i dirigenti delle Ferrovie dello Stato avessero messo in sicurezza le ferrovia, la strage di Viareggio non sarebbe accaduta. Ma non lo hanno fatto. Avrebbero dovuto adottare normative, dispositivi e le raccomandazioni avanzate anche da ambiti istituzionali quali l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria e la Commissione investigativa del Ministero. Anche questo non hanno fatto.

“Forse, stupidamente, i lorsignori sperano che una strage come quella di Viareggio non abbia a ripetersi, tant’è che solamente a Viareggio hanno ridotto la velocità dei treni-bomba a 50 km/h. E cinicamente non hanno predisposto alcunché perché installare le misure proposte, dopo Viareggio, sarebbe la prova provata e la dichiarazione esplicita delle loro responsabilità.

“A Viareggio, non ci saranno ripensamenti, non ci sarà alcuna autocritica. Se autocritica faremo è di esserci mobilitati non abbastanza di fronte ad una così immensa e tremenda tragedia, ma provvederemo, per l’affetto ed il profondo rispetto che abbiamo dei nostri cari e di chi è vittima di tragedie simili.

“A nessuno permetteremo di uccidere le nostre vittime una seconda volta. Siamo stufi e stanchi delle vostre chiacchiere, dei vostri discorsi, delle vostre mancanze, della vostra indifferenza e del vostro disprezzo. Con immenso dolore nei nostri cuori e l’incessante ferita nelle nostre menti…guardiamo avanti.”

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