VIAREGGIO. “Mi offende che si dica e si scriva, anche sui giornali nazionali più autorevoli e teoricamente super-partes, che un docente di scuola media e superiore lavori 18 ore alla settimana, considerando ore di lavoro solo quelle svolte fisicamente in classe, alla presenza degli alunni.” Lo scrive Chiara Sacchetti, docente a tempo indeterminato del liceo scientifico “Barsanti e Matteucci” di Viareggio, in una nota sottoscritta da oltre 100 colleghi di scuole medie e superiori della Versilia che domani sabato 24 novembre si ritroveranno alle 10 in piazza Mazzini a Viareggio per una mobilitazione.

“Mi offende perché un docente di scuola pubblica è un laureato abilitato alla sua professione, titolare di una cattedra conquistata con procedura trasparente, spesso dopo lunghi anni di precariato.

“Mi offende che si voglia aumentare di un terzo l’orario in presenza, senza contrattazione sindacale e corrispettivo economico, con un semplice decreto finanziario, reputando una categoria di professionisti alla stregua di una qualsiasi merce di scambio.

“Mi offende che si finga di non accorgersi quanto sia impegnativa la scuola secondaria oggi per chi prende sul serio il suo lavoro di educatore, quanta resistenza fisica ci voglia per affrontare quattro o cinque ore consecutive in classi sempre più numerose di adolescenti sempre meno motivati, spesso in aule fatiscenti e in edifici cadenti.

“Mi offende che non si considerino ore di lavoro quelle che ciascun professionista impegna per la sua professione, che nel caso di un insegnante sono sicuramente la preparazione delle lezioni, la preparazione e la correzione dei compiti scritti, la programmazione delle attività di inizio anno scolastico e il rendiconto finale, le riunioni dei Consigli di classe, del Collegio docenti, le riunioni per materie, i ricevimenti mattutini e pomeridiani dei genitori, per elencare soltanto gli impegni di base, comuni a tutti i docenti.

“Mi offende che ci si sciacqui la bocca da parte di politici e intellettuali di ogni genere con affermazioni sulla valenza formativa, civile e sociale della scuola pubblica e poi si avalli la sua metodica e sistematica distruzione, dalla riduzione per legge delle ore settimanali per gli alunni, con conseguente cancellazione di materie, al taglio di sperimentazioni e di fondi, alla riduzione del personale addetto, al contenimento di ogni attività extracurricolare.

“Mi offende l’atteggiamento ‘schizofrenico’ di chi da un lato bandisce un concorso per ‘occupare’ in qualche modo migliaia di precari in attesa, utilizzando denaro pubblico, e dall’altro propone di aumentare a dismisura il personale in esubero, portando le cattedre a 24 ore, provvedimento che metterebbe di fatto ‘in mobilità’ un terzo dei docenti già in ruolo, di età media tra i 45 e i 55 anni.

“Mi offende soprattutto che a difendere la scuola ci sia solo il personale delle scuola.

“Se pensate che il nostro lavoro si esaurisca solo in 18 ore alla settimana, allora avete ragione. Anzi, dovete ridurci lo stipendio, perché in questo momento di dura crisi economica un part-time guadagna meno.

“Se pensate che la qualità del nostro impegno sia quantificabile con il suono della campanella, sostituiteci: con i parcheggiatori abusivi, i venditori ambulanti, i disoccupati di qualunque genere. Per stare in un’aula a controllare dei minorenni che imparano da internet è sufficiente un guardiano: sarà più giovane, più allegro, e costerà meno, allo Stato, di noi docenti.”

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