(foto Marco Pomella)
(foto Marco Pomella)

PIETRANSTA. E’ stato presentato lo stato dell’arte sui lavori dell’indagine epidemiologica riguardo l’impianto di Falascaia. In un incontro che si è tenuto in Regione e al quale hanno partecipato l’assessorato all’ambiente e quello alla salute, ASL, ARPAT, ISPO, la Provincia di Lucca, i Comuni di Pietrasanta, Camaiore e Forte dei Marmi, si è fatto il punto sullo stato di avanzamento dello studio sulla popolazione nell’area dell’impianto. Un punto che arriva dopo la richiesta di spiegazioni prima delle associazioni ambientaliste della Versilia, poi del sindaco di Seravezza Ettore Neri.

A che punto siamo

Al momento è terminato lo studio di dispersione realizzato da ARPAT utile a definire il territorio e quindi la popolazione su cui focalizzare l’indagine epidemiologica, individuando le aree più interessate dalle ricadute delle emissioni sia dell’attuale impianto TEV (attivo dal 2002) sia del precedente inceneritore presente sullo stesso sito (attivo dal 1974 al 1988).

L’attività svolta da ARPAT è stata discussa e valutata anche dal Comitato Scientifico di Garanzia insediato dalla ASL di Viareggio nell’aprile 2012.

Lo studio, realizzato per mezzo di un modello con cui è stata simulata la dispersione degli inquinanti in atmosfera, serve da base allo studio epidemiologico; le simualazioni hanno stimato in un’area di 16 km per 16 km le concentrazioni in aria e le deposizioni al suolo attese in termini medie annue dei vari inquinanti di interesse sanitario emessi dai due impianti studiati.

Per i due impianti sono stati valutati vari scenari di emissione. In particolare, i valori di emissione usati per l’impianto attuale sono stati fissati sia riferendosi ai valori limite presenti nell’autorizzazione all’esercizio, sia ai valori misurati ai camini da ARPAT, durante i vari controlli, e dai gestori dell’impianto. Per il vecchio impianto invece, non essendo disponibili dati relativi alle emissioni, si è ricorsi a valori derivati dalla letteratura scientifica dopo uno specifico studio bibliografico.

Cosa emerge al momento

Per il vecchio impianto le stime delle concentrazioni in aria ambiente e delle deposizioni al suolo risultano per molti inquinanti superiori o confrontabili con i limiti o soglie di valutazione. Le simulazioni relative all’impianto attuale producono stime di ricaduta centinaia o migliaia di volte inferiori a quelle del vecchio impianto. L’impatto prodotto dall’impianto attuale nelle aree circostanti è, per tutti i parametri, ampiamente inferiore ai valori limite o alle soglie di valutazione, anche quando si considera lo scenario più conservativo.

 Le indagini della ASL 12

La Regione Toscana ha finanziato alla ASL 12 la conduzione di due indagini:

1 – un’indagine, con uso di indicatori biologici, sulla contaminazione da diossine e simili nel territorio circostante l’impianto di Falascaia ubicato nel comune di Pietrasanta al confine con quello di Camaiore;

2 – un’indagine epidemiologica sulla popolazione residente nella stessa area.

Riguardo alla prima, sono stati già esaminati campioni di latte ovino e di miele favico di allevamenti e apiari presenti nell’area in esame e campioni di pesci (carpe e carassi) presenti nel reticolo acquifero di bonifica dell’area, peraltro già oggetto di rilevazione negli anni precedenti. Le analisi hanno mostrato concentrazioni molto inferiori ai valori consentiti di limite massimo residuo e ai valori di azione laddove previsti.

Per quanto concerne lo studio epidemiologico, il protocollo, oltre a passare al vaglio del Comitato Scientifico di Garanzia, è stato approvato per gli aspetti etici dal Comitato Etico della ASL 12 nel luglio 2011.

I risultati della modellistica diffusionale di Arpat hanno implicato la necessità di rivedere alcuni aspetti del protocollo dello studio epidemiologico. E’ stata presa in considerazione l’effettuazione di uno studio di coorte sui residenti nei due comuni nel periodo di attività del vecchio impianto, ma è risultato impossibile recuperare le liste dei residenti di quel periodo e pertanto lo studio di coorte non è fattibile. Attualmente è in corso uno studio descrittivo sugli effetti sanitari che sulla base della letteratura scientifica potrebbero essere correlabili a emissioni di impianti di incenerimento rifiuti.

Obiettivo di questo studio è quello di valutarne l’andamento spazio-temporale e l’eventuale aggregazione dei casi (cluster) nelle aree a maggior dispersione e ricaduta degli inquinanti dai due impianti di Falascaia. E’ in corso la verifica dei casi di patologia oncologica e degli esiti riproduttivi nei residenti dei due comuni, ovvero la verifica delle informazioni su tali effetti sanitari presenti sulle fonti correnti sanitarie (schede di dimissione ospedaliera, registro di mortalità regionale, certificati di assistenza al parto), mediante esame delle cartelle cliniche e conferma da parte dei medici curanti.

Conclusasi questa fase saranno raccolte presso i comuni di residenza le storie residenziali di ciascun caso per consentire la collocazione geografica nelle aree definite per mezzo dello studio di dispersione condotto da ARPAT e sarà effettuata l’analisi statistica di cluster.

Si prevede di concludere lo studio  fra sei mesi, nell’estate 2013.

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